Sguardi dall'interno. La predicazione di Mordekhay Dato tra «bona raccolta» e «mala compania»
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funzionale alla linearità e alla finalità della riflessione. Potremo quindi studiare, at-
traverso l’enucleazione dei punti che caratterizzano la successione degli elementi di
conduzione del ragionamento, le sequenze logiche indotte dall’intelligenza pratica
del predicatore calato in un contesto specifico. Cogliendo il percorso di motivazione
e di convincimento tracciato dal predicatore per la sua assemblea, riconoscendone i
passaggi di persuasione, saremo in grado di individuare, pur se in modo parziale, ciò
che all’epoca poteva essere considerato come ‘senso comune’ o ‘buon senso’.
38
La
predicazione, da questo punto di vista, ci restituisce informazioni che nessun altro
tipo di approccio potrebbe restituirci, attraverso una capacità di risoluzione in grado
di riportare sfumature non individuabili con altri metodi di indagine.
È evidente, in queste prime due categorie, l’influenza delle regole di inferen-
za (in particolare, le regole di trasformazione condizionale) di matrice aristotelica.
L’uso del sillogismo, tanto di quello disgiuntivo quanto di quello ipotetico, attesta
una piena coscienza, da parte del predicatore e dell’omileta, della necessità di pro-
durre una progressione di avvicinamento o di chiarificazione dello scopo dell’omelia
attraverso una strutturazione del rapporto contenente-contenuto. Nella finalità dida-
scalica dell’omelia o del sermone, sebbene si possano analizzare gli aspetti anche
singolarmente, non può esistere efficacia costruttiva in assenza di uno dei due ter-
mini. A fronte di una chiara conoscenza dell’aristotelismo da parte dell’ebraismo,
soprattutto nella rielaborazione averroista e maimonidea, non siamo invece in grado
di conoscere in modo altrettanto dettagliato e consolidato la capacità di penetrazione
efficace della scolastica.
39
Certamente, trattandosi di una collettività connotata da
omogeneità religiosa ed etnica, ma da nette differenze geografiche e linguistiche,
per l’ebraismo mediterraneo i fenomeni di acculturazione sono, per così dire, la cifra
caratteristica di un’identità in condizione di costante cambiamento.
40
La possibilità
di isolare un modello logico all’interno del
corpus
omiletico ebraico antologizzato
non può che incorrere nel rischio di forzatura concettuale.
Si è detto inoltre che la predicazione può essere analizzata come un’azione o
come una reazione. Le comunità ebraiche sono gruppi umani minoritari in una più
ampia
societas
dissimile, per tradizione religiosa, filosofica, storica e politica. Sono
gruppi sociali di ridotte dimensioni, spesso corrispondenti ad aggregazioni di pochi
nuclei famigliari, che subiscono l’effetto di una mobilità migratoria dettata dalle evo-
38
Con uno sguardo retrospettivo di grande lucidità ironica, ritengo di efficace capacità rap-
presentativa il testo di padre S
ECONDO
L
ANCELLOTI
,
L’hoggidì overo il mondo non peggiore né più
calamitoso del passato
, Venezia 1637. Nel testo si parla in modo molto chiaro del rapporto esisten-
te tra predicatore e comunità, tracciando un quadro relazionale umano non confessionale.
39
Per quanto studiata in modo approfondito, ritengo che ancora molti ambiti tematici siano
rimasti inesplorati, soprattutto da un punto di vista del comparatismo e degli studi interdisciplinari
filosofico-religiosi. Sulla matrice e la reinterpretazione aristotelica di Maimonide: M
AURICE
-R
UBEN
H
AYOUN
,
La filosofia ebraica
, Jaca book, Milano 2009, p. 42ss. D
ANIEL
H. F
RANK
- O
LIVER
L
EAMAN
,
Maimonides and medieval Jewish Aristotelianism
, in
The Cambridge Companion to Medieval
Jewish Philosophy
, Cambridge University Press, Cambridge 2003, pp. 144-145. Sulla percezione
delle immagini in Averroè: E
MANUELE
C
OCCIA
,
La trasparenza delle immagini. Averroè e l’averroi-
smo
, Mondadori, Milano 2005.
40
Il fenomeno di acculturazione può essere essenzialmente ricondotto a quattro differenti
modelli di sviluppo: Assimilazione, Separazione, Integrazione, Marginalità. In proposito: J. W.
B
ERRY
- Y. H. P
OORTINGA
- M. H. S
EGALL
- P.R. D
ASEN
,
Psicologia transculturale
, trad.it., Guerini,
Milano 1994.
Ebrei a Ferrara 1.indd 201
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