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Dibattito
F
RANCESCA
M
ATTEI
– Vorrei porre una domanda a Keoma Ambrogio: la tua rela-
zione mi è interessata tantissimo e trovo che vi siano aspetti e punti che andrebbero
ancora approfonditi innanzitutto il rapporto con Rubbiani, per certi versi tutto da sco-
prire. Mi interesserebbe sapere se, per tutto il periodo fascista, in anni in cui il dibat-
tito sullo stile in Italia è stato gestito o, meglio, pilotato dagli architetti di Mussolini,
Contini interviene e se si esprime, se utilizza le riviste come forma di espressione e
se Contini ha avuto rapporti con gli ingegneri del regime, con gli ingegneri romani.
K
EOMA
A
MBROGIO
– Sono aspetti che già stati messi a fuoco e sui quali potreb-
be rispondere più approfonditamente Lucio. Già nella sua monografia, emerge che
Contini si era come eclissato dal panorama pubblico perché aveva iniziato un’attività
di consulente ed era ormai impegnato in altro, lavorava per il Monte Paschi e per as-
sociazioni diverse, penso al FAI. Apparentemente è come se non si occupasse di pro-
blemi di urbanistica. Ha studiato con i figli di Michelucci con cui ha avuto un intenso
rapporto. Oltre alla relazione sul Rione Giardino degli anni ’10, non ci sono articoli
noti, fino alla relazione del Piano del 1937, quindi molto tardi, prima di andarsene. A
differenza di altri, quali Giovannoni, Michelucci, Piacentini che si sono espressi su
Nuova Antologia
o altre riviste del settore. Neppure una comunicazione al Convegno
degli Ingegneri perché si occupa d’altro, non di pianificazione: è come se si eclissas-
se dal settore; e la relazione del 1937 è tardiva e, naturalmente, non efficace: perché
c’è la guerra, le leggi razziali, sicuramente non se ne sarà tenuto conto nella giusta
misura, non si è tenuto conto delle parole di Giovannoni, figuriamoci di quelle di un
ebreo dopo le leggi razziali. Quella che si voleva dare come lettura è quello che pos-
sono essere state le influenze: allo stato della ricerca, possiamo dire che sicuramente
il suo prodotto non ha creato un contributo nel dibattito.
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