Ebrei a Ferrara. Ebrei di Ferrara. Aspetti culturali, economici e sociali della presenza ebraica a Ferrara (secc. XIII-XX) - page 200

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Luca Baraldi
le venature di ineludibile tensione raggiungono, sin dalla Spagna del ’400, tratti e
atteggiamenti di competizione e di reciproca delegittimazione tra predicatori.
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Nel
momento in cui lo scontro tra sensibilità e matrici religiose, oltre a essere condotto
sul livello geopolitico, trova un terreno anche in ambito culturale, manifesta nella
predicazione l’esempio più completo e immediato di dialettica offensiva.
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Parlare di predicazione significa parlare di comunicazione eterogenea ed ete-
rodiretta, di condizionamento e di reciprocità del vincolo tra capacità recettive e
i diversi mezzi espressivi. La predicazione assume i connotati della performance
artistica, e proprio il carattere di performatività nell’uso della lingua ne consente
un’analisi aperta alla contaminazione, all’ibridazione possibile tra la semiotica e la
storia del pensiero.
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La parola diviene circolante, grazie alla professionalizzazione
di figure deputate alla diffusione della dottrina e della sensibilità religiosa, che nel
’500 si caratterizza come una sensibilità in perenne mutamento. La predicazione può
essere presa in considerazione come un complesso di categorie difformi – come un
contenuto, come una struttura, come un’azione o come una reazione – che variano
in base al punto di osservazione che si sceglie di adottare. Inoltre, modificando la
prospettiva di indagine, si può configurare come il prodotto di una vera e propria
produzione artistica.
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La predicazione può essere analizzata alla luce del messaggio che si propone di
trasmettere, tralasciando gli aspetti legati a una configurazione formale o estetica,
attraverso quindi una focalizzazione diretta sui contenuti. Questo tipo di approccio,
che consente di individuare i temi soggetti ad una risemantizzazione in chiave sacra-
lizzata, tende tuttavia a isolare un aspetto che, in assenza dei registri percettivi del
soggetto produttore e del soggetto ricettore, diverrà mera intellettualizzazione di un
dato culturale.
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La considerazione della predicazione può avvenire anche attraverso
una analisi della sua struttura, dell’ordine e della cadenza che la successione tematica
tende a tradurre in successione formale, attraverso una vera e propria suddivisione
ne franche, in cui le comunità ebraiche provenienti dalle reiterate diaspore – o ‘semplici’ espulsioni
– che interessano lo scenario mediterraneo o europeo potevano approdare in condizioni di relativa
tolleranza. In particolare si tratta di Firenze, Venezia e il ducato estense.
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In proposito:
Interpreting Difficult Texts. Anti-Judaism and Christian Preaching
, a cura di
C. M. Williamson - R. J. Allen, Trinity Press International, London – Philadelphia 1989.
34
Mi rifaccio in primo luogo alla ricostruzione -condotta a titolo meramente esemplificativo-
proposta da M. S
APERSTEIN
,
Medieval Jewish Preaching and Christian Homiletics
, in
Preaching in
Judaism and Christianity. Encounters and Developments from Biblical Times to Modernity
, a cura
di A. Deeg - W. Homolka - H. G. Schöttler, Walter de Gruyter, Berlin – New York 2008, pp. 75-79.
35
Mi permetto, in proposito, di citare un mio saggio,
The history of communication and the
construction of minority identities: the roots of Jewish self-representation during the Italian ren-
aissance
, in
An alternative self-representation? Ethnic minority media, between hegemony and
resistences
, a cura di I. Rigoni, Poitiers (in corso di pubblicazione).
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Nel contesto cristiano, la sensibilità artistica sottesa alla composizione dei sermoni è evi-
dente in F
RANCESCO
P
ANIGAROLA
,
Modo di comporre una predica
, Milano 1583. Da un punto di vista
metodologico, la traslazione dei medesimi criteri analitici mantiene la medesima efficacia, limitata
soltanto dalla non spontaneità delle linee di sviluppo della storia sociale. La storia del pensiero, al
contrario, non può essere domata che superficialmente.
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Per la piena comprensione della predicazione ebraica sarà dunque necessario prendere in
considerazione i tratti della storia sociale. In proposito si veda il numero monografico di
Zakhor.
Rivista di storia degli ebrei d’Italia
, III/1999, dedicato al tema “Ebrei, famiglie e città”.
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