Sguardi dall'interno. La predicazione di Mordekhay Dato tra «bona raccolta» e «mala compania»
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corpo umano et iluminarlo come prima del
mavul
et è come torza akiiesa che per se fa gran luce ma
posta che sia dentro un lenternone fato de materia
grosa che la gran luce de esa torza non pò penetrarla [?]
esa luce nula iiova a rendere luce a chi servire se ne
vole.
Due cose spiccano in modo evidente: il
topos
della luce, molto diffuso nel
cor-
pus
della produzione di Dato, e il tema della contaminazione ambientale. Riguardo il
tema della luce, emanata da una torcia o da una lampada, il
Tanakh
abbonda di imma-
gini che, in maniera metaforica o descrittiva, riportano la correlazione tra conoscenza
e illuminazione. La declinazione specifica dell’immagine del «lenternone fato de
materia grosa che la gran luce de esa torza non po’ penetrarla» sembra richiamare, in
modo piuttosto evidente, un episodio neotestamentario che stabilisce una relazione
tra linguaggio, rivelazione e comprensione: «non si accende una lampada per metter-
la sotto un secchio».
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In questa direzione, certamente, lo studio della controversisti-
ca non potrà prescindere, in futuro, da una sorta di filologia della letteratura religiosa
comparata. Dalla concorrenza imitativa alla confutazione indiretta (o alla riseman-
tizzazione funzionale), per un predicatore la conoscenza delle forme espressive della
verità altra non poteva certamente essere trascurata.
Ciò che tuttavia mi preme analizzare, in questa sede, è la peculiarità con cui il
secondo
topos
prende forma, configurando un rapporto necessario tra la fisiologia
e la psicologia – in senso lato – tra l’evoluzione dell’atmosfera che introduce, nel
contesto della nuova alleanza dopo il diluvio, una nuova articolazione cosmica, i cui
influssi condizionano la psiche, l’indole, l’anima dell’uomo.
dopo lo
mavul
restò in
parte le arie infetate de modo che per questo la
temperatura del corpo umano se infetò ancora
esa per il che lo inteleto umano perde il suo
gran vigore
L’intelletto umano esce quindi inibito dalle condizioni ecosistemiche che se-
guono il diluvio, come se l’uomo ne fosse degradato, a livello biologico, prima an-
cora che psicologico; per essere ancora più precisi, come se l’uomo fosse degradato
a livello psicologico in conseguenza della degradazione biologica. Non possiamo
che essere rinviati, naturalmente, alla divisione tetradica della tradizione pitagorica
(quattro stagioni, quattro età della vita, quattro punti focali del corpo e dell’ani-
ma…) e, soprattutto, alla teoria degli umori che, nelle forme della dottrina medica
isonomica di Alcmeone di Crotone
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o della fisiologia umorale di Ippocrate di Coo,
trovò una prima sistematizzazione nel pensiero di Rufo di Efeso e di Galeno. La
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Il caso specifico è Mt 5,15, ma lo stesso
topos
si riverbera in Mc 4,21; Lc 11,33; Lc 8,16.
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L
ORENZO
P
ERILLI
, «Alcmeone di Crotone tra filosofia e scienza. Per una nuova edizione del-
le fonti», in
Quaderni Urbinati di Cultura Classica
, N. S., Vol. 69, No. 3 (2001), p. 56. G
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Ebrei a Ferrara 1.indd 207
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