Fermenti kabalistici nella Ferrara di Isacco Lampronti
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La polemica interessò le guide spirituali di molte comunità ebraiche con posizio-
ni non univoche e variegate.
Ad esempio, i rabbini di Mantova, dapprima neutrali, finirono per sostenere il
Ramhal.
A Modena, Reggio, Ancona e Casale si mantenne in proposito una posi-
zione intermedia, mentre a Livorno si propendeva per la condanna dello studioso
padovano.
AFerrara che, anche per la presenza di Isacco Lampronti, godeva tra le comunità
italiane di grande considerazione, si adottò ufficialmente una posizione piuttosto de-
filata. In realtà un rabbino di Ferrara, Nehemià Hai Hacohen compare tra i firmatari
della dichiarazione nella quale si chiedeva a Luzzatto l’impegno a non diffondere
i suoi scritti sulla
kabalà
. Ma la cosa non ebbe seguito e pare che Nehemià abbia
firmato il documento a titolo personale senza alcun mandato dei colleghi ferraresi.
2
Vari elementi inducono a pensare che il Rabbinato di Ferrara non concordasse
con le posizioni di quello veneziano. Il cauto atteggiamento mantenuto dai rabbini
di Ferrara sulla questione Luzzatto, con le generiche risposte fornite alle domande
che provenivano dai colleghi di Venezia, può far pensare che i primi mal tollerassero
l’invadenza dei secondi. Quest’ultimi, forse, consideravano anche Ferrara ‘vicina
alla profanazione’ analogamente a quanto si sospettava per Padova.
D’altra parte, nella città estense non si pensava opportuno assumere posizioni
nettamente in contrasto con Venezia i cui rabbini, tra l’altro, avevano il potere di
porre il veto alla pubblicazione di testi ebraici.
Qual’era l’atteggiamento dei rabbini di Ferrara e in particolare di Lampronti nei
confronti della
kabalà
? Alcuni elementi fanno pensare che l’interesse per la misti-
ca nell’accademia presieduta da Isacco Lampronti fosse maggiore di quanto poteva
trasparire dai documenti ufficiali. Non può essere ignorato il fatto che sia Luzzato
sia Isacco Lampronti erano stati discepoli di Izhak Cantarini (1644-1723), medico
e studioso padovano, esperto di mistica, autore tra l’altro di un saggio sulla venuta
del Messia, intitolato ‘
Et ketz
(
Il tempo della fine
). Compose anche una cronaca sui
tumulti contro gli ebrei che si verificarono a Padova nel 1684. Il testo, redatto in un
caratteristico stile allusivo, è intitolato
Pàchad Izchak,
lo stesso adottato da Lam-
pronti per la sua opera.
Nella corrispondenza intrattenuta dal
Ramhal
, Lampronti è citato più volte. In
una lettera indirizzata a rav Isaia Bassan, Luzzatto scrive:
Si trova da me l’illustre Isacco Lampronti. Si è trattenuto presso di me tutto il Sabato e
insieme abbiamo commentato alcuni passi dei miei scritti (1730).
3
Viene citata un’affermazione, peraltro non esplicita, di Hananel Neppi,
4
se-
condo la quale Lampronti era un grande estimatore di Luzzatto. Ma, particolar-
mente significative per comprendere la posizione di Lampronti sono talune sue
2
I
SAIA
S
ONNE
, «Teudot umehkarim», in
Horev
, 1941 pp. 78-79 (in ebraico).
3
Ivi
. Anche:
Gli ebrei a Padova nel Settecento, Ramhal: pensiero ebraico e kabbalah tra
Padova ed Eretz Israel
, a cura di G. Luzzatto Voghera – M. Perani, Esedra, Padova 2010, p. 224.
N
ATASCIA
D
ANIELI
,
L’epistolario di Moseh Hayyim Luzzatto
, Giuntina, Firenze 2006.
4
Hananel Graziadio Neppi (1759 – 1863) medico e rabbino di Ferrara. Nel 1806 rappresentò
la comunità di Ferrara al Sinedrio di Parigi convocato da Napoleone. Dal 1822 rabbino di Cento. È
noto il suo interesse per gli studi kabalistici.
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