Prime ricerche sulla Casa dei catecumeni di Ferrara
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mancanza di informazioni sconsiglia di procedere oltre con le ipotesi, ci fermiamo
appuntando soltanto che la prima attestazione sicura di tale operato da parte dei con-
fratelli, come vedremo, risale al 1550.
2.2 A proposito poi dei due istituti romani nominati poco sopra, va aggiunto
che una consolidata tradizione storiografica li attribuisce a Sant’Ignazio di Loyola.
Però, in anni ancora prossimi ai nostri, è stato posto in rilievo come nei documenti
superstiti, compresi quelli emanati dal pontefice, non ricorrano accenni all’ope-
ra del santo spagnolo, al punto che si è giunti a porla in dubbio e a negarla. Per
parte nostra, senza addentrarci in una discussione che, ai fini del presente studio,
non è certo determinante, ci limiteremo a ricordare quanta prudenza occorra nei
confronti degli argomenti
e silentio
e che forse risulterebbe più convincente ri-
costruire, prima di smantellarli, i modi e le ragioni all’origine del luogo comune
in esame, il che non ci pare sia stato fatto da quanti finora se ne sono occupati.
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Ancora, suggeriremmo di confrontare le vicende, assai simili, dell’opera avviata
a Roma nel 1548 da San Filippo Neri per la conversione dei protestanti, tramite
la confraternita della Trinità dei pellegrini. Di essa non si fa cenno nelle relazioni
ufficiali, per far invece risaltare il ruolo di papa Clemente VIII, ascrivendogliene
tutto il merito.
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2.3 In ogni caso, per quanto concerne Ferrara, dimostreremo come i gesuiti ab-
biano occupato una posizione fondamentale all’interno dell’istituto, dall’inizio sino
al termine della sua esistenza.
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3. Un elenco di documenti, un tempo nell’archivio della Casa, ricorda un «libro
nel quale sono descritti li neofiti e neofite battezati in Ferrara, principiato l’anno
1551» e un «compendieto delli neofiti battezati in Ferrara, principiato l’anno 1551».
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Nemmeno quei volumi sono giunti fino a noi, costringendoci ancora una volta alle
congetture.
È forte la tentazione di collegare la data d’inizio di quelle registrazioni allo slan-
cio conversionistico verificatosi in occasione dell’anno santo 1550, in vista del quale,
come abbiamo ricordato, a Roma aveva preso l’avvio anche la campagna di ricon-
quista cattolica di San Filippo Neri. A sostegno di tale ipotesi ci sembra che torni
una notizia settecentesca secondo cui i «fratelli di San Giovannino, come quelli che
accompagnano il battezzando al battesimo e prima che si fondasse la Casa havevano
Ferrara, 1621, pp. 79-81. Per il caso del 1560 si veda ASFe,
ANAFe
, Maurelio Iacobelli, matr. 596,
pacco 12, 9 gennaio 1560.
9
Lo
status quaestionis
è riassunto con ampi estratti delle fonti e della critica in P. I
OLY
Z
ORAT
-
TINI
,
op. cit.
, p. 32.
10
I
RENE
F
OSI
,
«Con cuore sincero e con fede non finta»: conversioni a Roma in età moderna
fra controllo e accoglienza
, in
Les modes de la conversion confessionelle a l’Epoque moderne. Au-
tobiographie, altérité et construction des identités religeuses
, a cura di M. C. Pitassi - D. Solfaroli
Camillocci, Olschki, Firenze 2010 pp. 225-226.
11
Si veda la fonte riportata in corrispondenza della nota 34.
12
ASDFe, CC, 2/18. A causa di una lacuna materiale, della data posta in capo al foglio ri-
mangono solo le cifre 16... Ma il confronto con un altro elenco di documenti (
Ibidem
, 2/1) redatto
dalla stessa mano, con identiche caratteristiche e datato 1624, rende non arbitrario il far risalire a
quell’anno anche la carta che stiamo utilizzando.
Ebrei a Ferrara 1.indd 221
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