Prime ricerche sulla Casa dei catecumeni di Ferrara
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21. Le dame da principio cercavano per l’aiuto della Casa e raccoglievano dennaro, le-
gna, vino, grano, pane, biancheria, insomma di tutto.
A prima vista l’organizzazione della Casa ripeteva quella dell’omologa bologne-
se, messa a punto solo tre anni prima (nel 1573), ma con una differenza sostanziale:
la Casa felsinea aveva a capo l’arcivescovo.
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Va però riconosciuto che il modello
della congregazione era molto simile in tutti gli istituti d’assistenza sia ferraresi che
bolognesi, quali gli orfanotrofi e i conservatori.
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La partecipazione di nobili e nota-
bili era indispensabile non solo per ragioni di prestigio e opportunità politica, bensì
anche per esigenze concrete: erano quelli i non molti in grado di contribuire concre-
tamente al mantenimento dei vari enti.
7. Circa il funzionamento della Casa sappiamo soltanto che
22. Avanti che fosse stabilita casa per i cathecumeni si mettevano dalla congregazione
in case di particolari che li tenevano o per carità o con pagarseli la dozina dalla congre-
gazione o da persone divote. Ora si mettono nella casa, sebene ancora talvolta per degni
riguardi si mettono in case particolari, con licenza però sempre delli superiori. […]
36. In occasione di battezare alcuno, devono essere accompagnati processionalmente al
luogo del battesimo. Si usa invitare perciò la compagnia di San Giovanni [Battista detta
di San Giovannino], dietro la quale va il battezando. Poi il padre instruttore e doppo il
priore con li altri della congregazione. Se sono donne, sono accompagante da dame o cit-
tadine (che in processione le seguono), secondo la qualità della commare o compare. […]
42. Si costuma far invitae il popolo non solo con police attaccate per la città, ma ancora
da predicatori, acciò assista alli battesimi et esortarlo a portare limosine per il battezando.
Le quali limosine si raccoglievano già nel dì del battesimo da fratelli di San Giovannino,
come quelli che accompagnano il battezzando al battesimo e prima che si fondasse la
Casa havevano cura essi de cattecumeni. Onde appresso di loro si ritrovavano i nomi de
battezati dal 1550 almeno sino ad ora. […]
44. Una volta i padrini vestivano il cathecumeno per il battesimo, o se era facoltoso si
vestiva da sé o era vestito da persone divote. […]
55. Doppo battezati li adulti stavano 15 giorni nella casa, lavorando però per la medesi-
ma.
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7.1 Se si potessero utilizzare con sicurezza i dati forniti dal Livi, si dovrebbe
constatare come il decennio 1570-1580 sia uno di quelli col maggior numero di bat-
tesimi, cioè 20, però abbiamo già espresso le nostre riserve al proposito.
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Come a
Bologna dunque, la Casa avrebbe riscosso immediatamente un notevole apprezza-
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A
RIANNA
C
AMPANINI
, L’identità coatta. La Casa dei catecumeni a Bologna
, in
Verso l’epi-
logo di una convivenza. Gli ebrei a Bologna nel XVI secolo
, a cura di M. G. Muzzarelli, Giuntina,
Firenze 1996 p. 166.
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Per un cenno allo sviluppo degli istituti di assistenza ferraresi e bolognesi si veda A. F
AORO
,
Uno spazio
, cit., pp. 214-215 con bibliografia.
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ASDFe, CC, 4/1,
1757. Direttorio dell’archivio de catecumeni
, pp. 8, 12-14 e 17.
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Si veda la nota 15.
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