Ebrei a Ferrara. Ebrei di Ferrara. Aspetti culturali, economici e sociali della presenza ebraica a Ferrara (secc. XIII-XX) - page 233

D
IBATTITO
Moderatore: Pier Cesare Ioly Zorattini
P
IER
C
ESARE
I
OLY
Z
ORATTINI
– Mi fa piacere iniziare questa nuova sessione di ve-
nerdì 4 ottobre e, prima di riprendere i lavori del convegno passando la parola ai rela-
tori, vorrei ricordare un caro amico, Aron di Leone Leoni, z. l., che è stato un grande
studioso dell’ebraismo sefardita di Ferrara e che abbiamo già ricordato ufficialmente
qui nella sua antica comunità negli anni scorsi.
M
ARINA
C
AFFIERO
– Volevo intervenire sulla relazione brillante e vivace del rab-
bino Caro sulle figure di Lampronti e Ramhal, e gli volevo chiedere sul ruolo della
kabalà
(se ne è parlato anche al convegno di Ravenna) nel rabbinato italiano che fa-
tica e ci sono motivi anche politici, politici diciamo di convenienza nel mondo della
Controriforma, come era avvenuto per la
kabalà
cristiana anche la
kabalà
ebraica
si autocontrolla, si autocensura. Però ci sono filoni che rimangono e riprendono nel
corso del Settecento, nel corso dell’età dei lumi, rapporto fra mondo della
kabalà
e
del razionalismo e anche a Ravenna lo aveva posto Asher Salah e lo aveva posto in
maniera molto intelligente. Fatto interessante e ambiguo è dato dai
kemiot
. Non c’è
bisogno che venissero dalla Palestina; anche Leon Modena faceva
kemiot
e li vende-
va ad ebrei e cristiani. Anche il rabbino Corcos di Roma, che era anch’egli medico,
faceva i
kemiot
e ci credeva completamente. Ho trovato processi inquisitoriali perché
questa pratica era proibita. È un’ambiguità molto interessante; è un mondo molto
interessante colto, razionale, aperto alla modernità
Sono più perplessa sulla relazione del dottor Faoro, intanto sulla notazione che
fa sul libro della mia allieva Alessia Lirosi sui monasteri barocchi nella Roma del
Seicento non mi trova d’accordo. Il fatto lei dica e scriva che il nesso fra ebrei e
prostitute non è chiaro, mi trova perfettamente d’accordo. Certo sin dal medioevo
ebrei e prostitute sono messi insieme. Ma questa è la politica, la pratica. Dal punto di
vista teorico, dal punto di vista dottrinale qual è il riferimento di questo nesso? per-
ché dobbiamo trovare agganci sul piano dottrinale. E sul piano dottrinale e teologico
non esistono assolutamente: è solo una pratica politica che in età moderna è decisa
molto fortemente da Pio V. Mi sembra un giudizio un poco ingeneroso e da vedere.
Le due opere sono connesse ma anche molto diverse: molto assistenziale è quella
connessa alle prostitute, assai più complessa la decifrazione di che cos’è la Casa dei
catecumeni, che non si può ridurre unicamente ad elemento di semplice assistenza e
beneficenza.
Riprendo poi quanto detto ieri da Michele Luzzati, cioè che bisognerebbe leg-
gere di più le opere altrui. E dico che bisogna anche sentire meglio le parole altrui.
Perché ho detto a Ravenna che non esiste una carta che indichi che sant’Ignazio di
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