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Andrea Yaakov Lattes
d’ordine dell’Eminentissimo Signor Cardinale Caraffa Trajetto, l’ordine di pagare tutte
le annualità decorse dall’anno 1796, e di effettuarne il pagamento alla Casa dei Catecu-
meni di Ferrara.
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La logica qui utilizzata è chiara: se per il pagamento della tassa ai catecumeni gli
ebrei sono discriminati e appartengono ad una ‘nazione’ separata, ecco che nel mo-
mento che vengono equiparati a tutti gli altri cittadini e quindi sono tenuti a prestare
anche il servizio militare, di conseguenza questi nuovi obblighi civili a cui anche gli
ebrei sono assoggettati ‘sono corrispettivi’ delle antiche tasse.
Perdipiù, questi passaggi di dominio non sono dovuti agli ebrei, che quindi non
possono certamente rispondere delle diverse legislazioni:
Per sostenere tal ordine [del pagamento delle tasse] bisognerebbe presupporre che i fer-
raresi fossero stati per circa vent’anni sotto un altro dominio, in mala fede, che avessero
avuto dei motivi per credere che quello Stato non era un regolare Governo, una semplice
usurpazione, anzi un’ invasione passeggera, e di Guerra, ma lungi da questa supposizione i
ferraresi passarono dal Pontificio ad un estero dominio nella stessa maniera che i loro padri
erano passati dal dominio Ducale a quello della Santa Sede, passarono in somma in quel
modo che più comunemente accade nelle mutazioni di dominio, cioè in virtù d’un trattato.
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Pertanto, la conclusione è che non si tratta di una semplice disputa economica,
ma piuttosto di una causa politica che richiede l’intervento delle massime autorità
dello stato:
Pare dunque che in questo caso non trattasi d’una semplice questione di dare ed avere
delle pretese annualità, ma trattasi d’una questione che implicitamente sta in contatto con
certe materie delicate e dificili, ove la politica di Stato può essere interpretata ed è per
questo motivo che l’oratrice Università ha ricorso all’Eminentissimo Segretario di Stato
per ottenere l’ordine di non essere molestata per le annualità sudette.
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Successivamente vengono inviate due ulteriori suppliche, che però non riportano
né data né firma e nemmeno il nome del destinatario, per cui è soltanto possibile pre-
sumere che fossero indirizzate al Consalvi. Le argomentazioni sono abbastanza simili
a quelle precedenti, pur tuttavia vanno segnalati due punti. In queste due missive si
giunge a reclamare perfino la causa diplomatica internazionale, perché infatti Ferrara
passò dal dominio papale a quello francese e poi di nuovo sotto quello pontificio in
accordo a trattati internazionali, e se adesso le autorità pontificie richiedono pagamen-
ti di tasse per il periodo in cui la città apparteneva ad uno stato straniero, si potrebbe
sollevare una disputa fra nazioni, in quanto i trattati non avrebbero altro scopo «che
l’inganno e la mala fede». Il secondo punto riguarda la nuova posizione giuridica e
sociale ottenuta dagli ebrei, che oramai non sono più una ‘nazione’ aliena e straniera,
come avveniva sotto l’
Ancien Régime
, ma piuttosto una minoranza da difendere.
Eminentissimo Principe,
Ordine più ingiusto e più lontano dall’equità non vi può essere di quello fatto all’Univer-
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Appendice, documento n. 4. Nel documento non vengono riportati né la data esatta in cui la
lettera venne composta, né il nome dell’autore, e nemmeno quello dell’intestatario.
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Ebrei a Ferrara 1.indd 242
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