Ebrei a Ferrara. Ebrei di Ferrara. Aspetti culturali, economici e sociali della presenza ebraica a Ferrara (secc. XIII-XX) - page 248

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Andrea Yaakov Lattes
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OCUMENTO N
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Rispettosissimo Pro-memoria per l’Università degli Ebrei di Ferrara
Giulio III nell’anno 1554 ordinò che tutte le Università d’Ebrei dello Stato
dovessero pagare annualmente Ducati dieci d’oro alla Casa dei Catecumeni di
Roma.
Ferrara non era in quel tempo sotto il dominio della Santa Sede e perciò l’Uni-
versità oratrice non fu compresa in tale misura.
Passata quindi Ferrara sotto il dominio di Roma il Cardinal Aldobrandini ordinò
che l’Università avrebbe pagata annualmente la detta somma di ducati dieci alla Casa
dei Catecumeni di Ferrara.
Qualche tempo dopo fu anche ordinato che oltre l’annualità imposta dall’Aldo-
brandini per la casa di Ferrara dovessero anche pagare quella imposta da Giulio III
per la Casa di Roma.
Questo duplice aggravio fu denunciato dall’oratrice al Pontefice Urbano VIII il
quale nel 1640 ordinò che ferma rimanendo l’annualità imposta dall’Aldobrandini
pagassero anche altri cinque ducati d’oro per la Casa dei Catecumeni di Roma.
Così rimasero le cose fino al punto in cui Ferrara, in virtù del trattato di Tolentino
passò sott’altro dominio.
Pagavano gli ebrei le annualità sudette ma in corrispettivo godevano delle esen-
zioni accordate loro dal Governo Pontificio.
Per altra parte furono sotto l’estero Governo esentati dal pagamento di detta an-
nualità, ma in vece furono assoggettati al pubblico servizio, a quello sopratutto della
coscrizione, furono assoggettati al diritto di patenti, in somma a tutta la massa dei
pesi imposti da quel Governo.
Pare dunque, che il pagamento di detta annualità fosse corrispettivo, e che cessa-
to questo dovesse anche cessare il pagamento.
Ciò non ostante rimesso il Governo Pontificio in possesso di quella Provincia
fu ingiunto da quella Curia Vescovile all’Università oratrice d’ordine dell’Emi-
nentissimo Signor Cardinale Caraffa Trajetto, l’ordine di pagare tutte le annualità
decorse dall’anno 1796, e di effettuarne il pagamento alla Casa dei Catecumeni di
Ferrara.
Per sostenere tal ordine bisognerebbe presupporre che i ferraresi fossero stati per
circa vent’anni sotto un altro dominio, in mala fede, che avessero avuto dei motivi
per credere che quello Stato non era un regolare Governo, una semplice usurpazione,
anzi un’invasione passeggera, e di Guerra, ma lungi da questa supposizione i ferrare-
si passarono dal Pontificio ad un estero dominio nella stessa maniera che i loro padri
erano passati dal dominio Ducale a quello della Santa Sede, passarono in somma in
quel modo che più comunemente accade nelle mutazioni di dominio, cioè in virtù
d’un trattato.
Pare dunque che in questo caso non trattasi d’una semplice questione di dare ed
avere delle pretese annualità, ma trattasi d’una questione che implicitamente sta in
contatto con certe materie delicate e dificili, ove la politica di Stato può essere inter-
pretata ed è per questo motivo che l’oratrice Università ha ricorso all’Eminentissimo
Segretario di Stato per ottenere l’ordine di non essere molestata per le annualità su-
dette.
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