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Agnese Faccini – Mauro Perani
a papa Clemente V,
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attraverso il quale veniva ribadito che la zona di residenza era
circoscritta alle vie Centoversuri e Boccacanale.
A causa della scarsità documentale che percorre gli anni 1339-1370,
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sembra le-
cito ipotizzare che questo primo nucleo insediativo si trasferì (o fu indotto a trasferir-
si) in altre città, e venne lentamente sostituito da un nuovo gruppo che, già all’inizio
del XV secolo, troviamo attestato in tre banchi di prestito e poi diffusosi nell’area
compresa tra via dei Sabbioni (oggi via Mazzini), via Vignatagliata e via Gattamarcia
(l’odierna via Vittoria).
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E questa è stata l’area residenziale privilegiata di gran parte
della Comunità ebraica ferrarese fino ad oggi.
Gli anni che segnano la svolta per la comunità ebraica ferrarese sono il 1492
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e il
1497, anni in cui Ercole I d’Este, signore di Ferrara, accolse
in primis
alcune famiglie
di ebrei reduci dalla diaspora sefardita e, successivamente, una grande ondata di esuli
ebrei dal Portogallo.
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L’insediamento ebraico si ampliò notevolmente, grazie all’at-
teggiamento di stupefacente, quanto vantaggiosa, benevolenza espresso dal casato
estense, reso evidente ad esempio da un salvacondotto generale del 1550, emanato
da Ercole II, attraverso il quale
nonnulli Lusitani et Hispani ex hebraeorum stirpe
potessero vivere secondo i propri usi e mantenere i propri riti.
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Gli ebrei di Ferrara poterono godere della protezione offerta dagli Estensi fino
al 1598, quando la città e il Ducato, in seguito all’interruzione della linea dinastica
con Alfonso II, furono devoluti allo Stato Pontificio, durante il papato di Clemente
VIII. Fu proprio il governo pontificio che, nel 1624, istituì il ghetto, la cui rea-
lizzazione fu ultimata nel 1627: si tratta di un’iniziativa abbastanza tardiva, come
a Modena (1638) e in altre città, se si considera che il primo era stato istituito a
Roma nel 1555 per volere di papa Paolo IV, il noto durissimo ex cardinale Pietro
Carafa dell’Inquisizione. Una descrizione abbastanza accurata del ghetto ci è da-
ta dalle tavole dell’incisore settecentesco Andrea Bolzoni: nella rappresentazione
a volo d’uccello si può vedere tutta l’area, a forma di quadrilatero, delimitata da
cinque portoni.
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Il ghetto, temporaneamente aperto negli anni 1796-1826 a segui-
zione Prov. Ferrarese di Storia Patria, serie Monumenti, 3, 1955, pp. 246-247, Liber III, Cap.
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Ebrei a Ferrara 2.indd 254
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