Ebrei a Ferrara. Ebrei di Ferrara. Aspetti culturali, economici e sociali della presenza ebraica a Ferrara (secc. XIII-XX) - page 244

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Andrea Yaakov Lattes
Ecco allora che il Legato pontificio aveva trovato «di dover sospendere l’esecu-
zione dell’ordine, per attendere istruzioni più precise», e anche la Segreteria di Stato
aveva, come d’altronde già sapevamo dalle precedenti suppliche, evidentemente in-
tralciato l’esecuzione dell’ordine. Questa stessa impressione la si ricava da un’altra
lettera pure anonima, sempre conservata nel plico, evidentemente una bozza o una
copia di missiva inviata, da cui si apprende dei dibattiti interni alle gerarchie eccle-
siastiche:
Appena ricevuta la gentilissima sua, mi son dato moto, perché dai ministri della Segre-
teria di Stato si riassumesse la posizione concernente gli ordini dati relativamente alla
domanda formata, quattr’anni sono dalla Casa dei Catecumeni contro codesta Università
[...] Però conviene per il buon andamento della cosa che si differisca per qualche altro
giorno a mover passi ulteriori, per […] la ragione che Monsignor Mauri, quegli che trattò
allora quest’affare, egli restò persuaso che giustissima era l’istanza dell’Università [...]
E` certo che prima di ordinare, o che ci si dia copia dell’ordine d’allora o che si rinnovi
l’ordine medesimo, vorrà l’Eminentissimo Segretario di Stato sentire il rapporto di alcu-
no fra i suoi ministri. Potrebbe tale rapporto essere chiesto a qualcuno, di sentimento a
noi contrario, ed ecco che incautamente avremmo rovinato l’affare, per il solo motivo di
non voler aspettare pochi giorni, quanti appunto ne passeranno prima che ritorni Monsi-
gnore Mauri.
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È chiaro che questi documenti riflettono anche dibattiti interni alle gerarchie ec-
clesiastiche, vale a dire un gioco di potere interno alla Chiesa, probabilmente fra due
potenti cardinali: Caraffa di Trajetto, già Legato di Ferrara, e il Segretario di Stato
cardinal Consalvi, evidentemente rappresentanti un partito conservatore il primo, e
una corrente più modernista e possibilista il secondo. Non per niente gli ebrei più
volte si rivolsero al Consalvi per chiederne la protezione, e a quanto pare riuscirono
anche a ottenerla. Queste divergenze politiche all’interno della Chiesa portarono a
quanto pare ad una rinuncia delle nuove imposizioni da parte delle Case dei catecu-
meni. Infatti da una precedente lettera, in verità anonima ma che risale al 17 giugno
1820, sembra di capire, che la vertenza tra gli ebrei e i catecumeni volgesse a favore
proprio per la parte ebraica
Le premure contenute nella gentilissima sua, in data del di 9 andante, [...] mi hanno de-
terminato a dar moto alle operazioni onde ottenere l’abolizione delle molestie della Casa
de Catecumeni. Trattasi d’un oggetto, nel quale abbiamo ogni ragione; sarebbe un’ingiu-
stizia manifesta il ricusare d’esaudire i reclami di codesta Università.
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Non conosciamo la conclusione della storia. Se cioè la comunità fu effettivamen-
te costretta a pagare le tasse retroattive, oppure i catecumeni persero la causa. Dai
toni sembra possibile supporre che l’atteggiamento fosse positivo nei confronti degli
ebrei, che oramai si consideravano eguali a tutti gli altri cittadini, e pretendevano di
essere trattati come tali.
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Appendice, documento n. 8.
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Appendice, documento n. 7.
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Riguardo un’ulteriore disputa fra i catecumeni e gli ebrei, che pure riuscì a coinvolgere il
cardinal Consalvi, vedi M. C
AFFIERO
,
op.
cit
., p. 323.
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