Ebrei a Ferrara. Ebrei di Ferrara. Aspetti culturali, economici e sociali della presenza ebraica a Ferrara (secc. XIII-XX) - page 256

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Agnese Faccini – Mauro Perani
Il cimitero sefardita di via Arianuova
Abbandonato il primo cimitero lusitano presso via della Rotta, gli ebrei sefardi-
ti (nel linguaggio della popolazione locale «portoghesi») di Ferrara acquistarono un
nuovo terreno per il proprio luogo di sepoltura nell’Addizione erculea, in prossimità
dell’odierna via Arianuova. Ampliato prima nel 1647, poi nel 1739, entrò in disuso
poco dopo il 1879.
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Attualmente è di piccole dimensioni e di forma rettangolare; al
suo interno sono oggi visibili solo una stele monumentale e tre lapidi, la cui datazione è
collocata nell’arco temporale compreso fra il 1811 e il 1879, e tutte dedicate a membri
della famiglia Saralvo. Nel contesto di uno studio mirato a fornire ipotesi di restauro
e valorizzazione dell’edificio nelle cui pertinenze si trovano il cimitero e i manufatti
ivi conservati,
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è stata inserita in appendice la trascrizione delle iscrizioni presenti
sulle lapidi e sulla stele, corredata dalle traduzioni del «Morenello», ossia del Moreh
/ Maestro-Rabbino Nello Pavoncello. Alla luce delle conoscenze attuali, si è ritenuto
opportuno rivedere in questa sede le suddette traduzioni, correggendole e integrandole.
Il cimitero di via delle Vigne
Per ciò che riguarda il cimitero di via delle Vigne, posto a ridosso della mura
estensi, cornice dell’Addizione Erculea, è noto che la comunità ebraica acquistò un
primo lotto nel 1626 e che a questo primo acquisto ne seguirono altri negli anni suc-
cessivi, fino a raggiungere l’estensione attuale.
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Nonostante venga segnalata questa
data come inizio dello sfruttamento dell’area da parte degli ebrei, secondo alcuni stu-
diosi il cimitero sarebbe già stato in uso nel XVI secolo,
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tesi che sarebbe avvalorata
dalla presenza, all’interno del cimitero, di una lapide dedicata a David Franco che
riporta il 1549 come anno di morte. Si ritiene, tuttavia, che essa appartenesse ai cimi-
teri più antichi di via della Rotta: non si spiegherebbe in altro modo la presenza di una
sepoltura sefardita quando era attivo un cimitero esclusivo per gli ebrei portoghesi.
Il cimitero può essere ripartito in cinque zone principali, probabilmente frutto
delle successive annessioni:
1. La lunga area rettangolare appena oltre il portale d’ingresso del 1911, ope-
ra dell’ingegnere e architetto ferrarese Ciro Contini (ricordato da una lapide posta
all’interno della cappella di famiglia), raccoglie le sepolture più recenti, dai primi del
Novecento ad oggi;
2. Superato il portale, sulla destra, un viale alberato conduce alla Camera mor-
tuaria
21
poi dedicata alle vittime della deportazione nazista e, più oltre, ad una secon-
da area che ospita lapidi per lo più ottocentesche [Fig. 4];
17 
M
ATTEO
P
ROVASI
,
Ferrara ebraica (una città nella città)
, 2G Editrice, 2010, p. 120.
18 
M
ARCELLO
P
ALMIERI
- C
ESARE
F
IORI
, «Il cimitero ebraico sefardita di Ferrara: ipotesi di re-
stauro e valorizzazione», in
Progetto Restauro
, anno 11, n. 34, 2005.
19 
P
AOLO
R
AVENNA
,
L’antico orto degli ebrei. Il cimitero ebraico di Ferrara
, Corbo, Ferrara
1998.
20 
M. P
ROVASI
,
op. cit.
, p. 121.
21 
Nel 1927, redatto dal geom. Nemo Agodi sulle linee del continiano portale del cimitero, il
progetto della Camera mortuaria ha avuto l’approvazione dello stesso Contini, che ormai risiedeva
a Roma, ed è stato eseguito.
Ebrei a Ferrara 2.indd 256
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