Prime ricerche sulla Casa dei catecumeni di Ferrara
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realizzando di fatto un abbattimento del tributo. Ma per giunta, quando nel 1719 gli
amministratori della Casa si avvidero finalmente dell’ammanco, i famosi 10 ducati
vennero fatti corrispondere ad appena 14,54 scudi correnti, cioè una somma davvero
modesta anche in quel momento.
In secondo luogo, la sinagoga spagnola o che dir si voglia levantina, ottenne fin
dal 1598 di contribuire con appena 5 scudi, anziché ducati, corrispondenti a sole 20
lire ferraresi.
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Quando si rifletta che le magre doti offerte dagli orfanotrofi cittadini
alle loro ospiti in quegli anni variavano da più di 200 a quasi 400 lire, si comprende
che la cifra oggetto del contendere era davvero minima. Non erano dunque queste le
entrate che potevano garantire l’operatività dell’istituzione e poiché, anche dopo il
lascito Bovi, il patrimonio fondiario e immobiliare rimase sempre modestissimo, si
deve credere che siano state le contribuzioni dei membri a mantenere attiva la Casa.
Tuttavia per poter valutare l’entità del suo operato occorrerà attendere lo spoglio
dei registri dei battesimi della cattedrale e della basilica di Santa Maria in Vado, le
sole chiese in città dotate di fonte, operazione che abbiamo intrapreso da poco e che
richiederà non poco tempo ed energia.
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Per tutta la vicenda delle tasse, con rimandi a documenti per lo più scomparsi, si veda ASD-
Fe, CC, 4/1,
1757. Direttorio dell’archivio de catecumeni
, pp. 65-69.
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