Ebrei a Ferrara. Ebrei di Ferrara. Aspetti culturali, economici e sociali della presenza ebraica a Ferrara (secc. XIII-XX) - page 222

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Andrea Faoro
cura essi de’ cattecumeni. Onde appresso di loro si ritrovavano i nomi de’ battezzati
dal 1550 almeno sino ad ora».
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Inoltre è difficile sottrarsi all’idea che in ambito ferrarese simili iniziative aves-
sero tratto stimolo dal massiccio afflusso di ebrei iberici, propiziato dal duca Ercole
II da circa dieci anni prima.
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L’insieme parrebbe rispecchiarsi nell’impennata di
battesimi registrata a partire dal 1551: ben 20 fino al 1560, rispetto agli appena 7
del decennio precedente. Ma quest’ultimo dato, per nostra sfortuna, si ricava da una
fonte non verificabile ed è pertanto da maneggiare con estrema cautela.
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Resta comunque accertato che almeno dal 1550 (se non dal 1543) esisteva
un’istituzione, la confraternita di San Giovanni Battista, che si incaricava espressa-
mente di assistere chi passava al cattolicesimo e provvedeva a conservarne memoria.
4. Con i primi anni Settanta del Cinquecento possiamo finalmente disporre di
poche, ma significative fonti coeve ai fatti.
L’antica confraternita di Santa Maria Bianca ovvero dei Battuti Neri gestiva un
ospizio, ma soprattutto curava l’assistenza dei condannati alla pena capitale, al punto
da venire chiamata compagnia della Buona Morte.
Nel 1563 si era aggregata all’arciconfraternita romana di Santa Maria dell’Ora-
zione e Morte, assumendone anche la titolatura e soprattutto adottando la pratica del-
le Quarantore.
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Probabilmente fu questo culto eucaristico (non a caso propugnato
soprattutto dai cappuccini e dai gesuiti per i suoi ben noti risvolti conversionistici)
a ispirare ai confratelli il progetto di una Casa per catecumeni. L’episodio è rimasto
finora sconosciuto a quanti si sono occupati del sodalizio ferrarese, perché i dieci
mandati di pagamento, emessi fra il 28 marzo e il 18 aprile del 1572 «di commis-
sione del magnifico signor Tadeo di Lardi ministro della compagnia della Morte»,
per acquistare materiali edilizi e remunerare gli artigiani, non sono registrati nella
contabilità della confraternita, ma si conservano nel fondo archivistico della Casa
dei catecumeni.
17
Tale circostanza fa supporre che si sia trattato di un’iniziativa pro-
13
ASDFe, CC, 2/15,
Registro
§ 42.
14
A
RON
DI
L
EONE
L
EONI
,
La nazione ebraica e portoghese di Ferrara (1492-1559). I suoi
rapporti col governo ducale e la popolazione locale ed i suoi legami con le nazioni portoghesi di
Ancona, Pesaro e Venezia
, a cura di L. Graziani Secchieri, Olschki, Firenze 2011, t. I, pp. 141-170.
15
L
IVIO
L
IVI
,
Gli Ebrei alla luce della statistica. Evoluzione demografica, economica e so-
ciale
, Forni, Bologna 1979 (r.a. dell’ed. di Bologna 1918-1920), vol. II p. 290 tabella XI. L’autore
dichiara di aver tratto il dato da un manoscritto della Biblioteca Estense di Modena dal titolo
Libro
di memorie de battesimi de catecumeni dell’anno 1530 in qua. Raccolta de battesimi de neofiti
che si trovano registrati ne libri dell’archivio de reverendissimo capitolo di Ferrara
. Tuttavia la
responsabile della sezione dei manoscritti di quella biblioteca, dottoressa Annalisa Battini, ci ha
comunicato che il testo non compare negli attuali cataloghi (prot. 2459 del 9/7/2013). Anche tra-
lasciando il problema di tale assenza, non si può non notare che le cifre fornite dal Livi sono tutte
arrotondate alla decina, in maniera piuttosto singolare, se non addirittura sospetta. Ringraziamo
infine l’arch. Laura Graziani Secchieri per averci segnalato il testo del Livi.
16
E
NRICO
P
EVERADA
,
Feste, musica e devozione presso la compagnia della Morte ed Orazione.
Antologia dai registri contabili (1486-1599)
, in
L’Oratorio dell’Annunziata di Ferrara. Arte, sto-
ria, devozione e restauri
, a cura di M. Mazzei Traina, Liberty House, Ferrara 2002, p. 197.
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ASDFe, CC, 2/22, carte sciolte. Se ne segnala uno del 9 aprile a favore di «Verzè copricasa
(…) per haver coperto la casa del cattacumine», per garantire che l’edificio era ormai completato.
La disponibilità di quei congregati verso i nuovi cristiani rimontava ben più addietro: nel 1548 e
nel 1550 avevano retribuito «maestro Alfonso ditto Grison già hebreo che insegna a cantare ai putti
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