Prime ricerche sulla Casa dei catecumeni di Ferrara
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mossa da una parte soltanto degli iscritti, sebbene condotta con la collaborazione dei
funzionari della compagnia.
In effetti il tutto traspare da una lettera indirizzata nel 1585 da Francesco Lardi
(probabile congiunto del Taddeo appena incontrato) ad Alberto Picchiati, che nel
1572 era stato uno degli «ordinarii» del sodalizio, per poi passare fra i gestori della
Casa dei catecumeni.
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Il Lardi, riferendo avvenimenti trascorsi da circa dodici anni,
affermava:
Quanto che sia stato detto che io habia fatto coletta di danari dati per elemosina da molti
particolari buona summa di danari, quelli talli non debino esser molto informati: gli è
vero che comprai da certi di Sagrati, fra qualli vi era uno da Regio, quel pezo di tereno
per farvi una chasa da chatacumini et l’ detti lire cento pagati per il banco di Silvestri et
puoi spesi asai danari di mio in calcina, prede, degorenti per far una armadura per dar
principio a una gieza come feci. La qual fu principiata da Luigi Gambaro murator et tolsi
una certa stala dal conte Hipolito Sagrado. Non mi racordo quanto li dessi ma di queste
speze il magnifico messer Francesco Rasini ne tenea conto et lui tirava li danari se pur
gliera fatto elemosina per detta fabricha.
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Purtroppo non è stato possibile rintracciare ulteriori notizie in proposito e per
questo dovremo limitarci ad annotare che nel 1575, tra i membri della Buona Morte
che non corrispondevano la quota sociale figuravano «Vitoria et Caterina sorele neo-
fite, Inxabetta madre delle suddette».
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5. Nel
Registro
settecentesco di cui già ci siamo avvalsi si legge che
Nel principio della Casa de cattecumeni li deputati si chiamavano protettori e dell’anno
1576 tra questi vi erano monsignor Alessandro Canali canonico e vicario generale, il
signor conte Estense Tassoni Alfonso giudice de savi, il padre rettore della compagnia di
Gesù, il padre guardiano de capuccini con altri cavallieri, canonici, dottori, notari, citta-
dini et artigiani. Anzi, dello stesso anno monsignor vescovo Leoni intitolavasi (come li
altri) protettore.
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La conferma che la struttura destinata ai catecumeni si attivò nel 1576 si trae dal-
la lista di documenti del 1624 più sopra citata, che comprende un
Libro delle congre-
gazioni principiato l’anno 1576 per tutto l’anno 1620
, scomparso al pari degli altri.
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Anche in questo caso si è tentati di correlare la data a un evento preciso, il giubi-
leo del 1575, indetto da Gregorio XIII, uno dei pontefici più repressivi nei confronti
degli ebrei. Tra quanti erano affluiti a Roma per l’occasione si contavano anche i
della compagnia»: ASDFe, COM,
Entrata e spesa
1512-1561, cc. 119v, 145r e 148v.
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ASDFe, CC, 2/22, Bologna, 20 luglio 1585. Il passaggio di questi personaggi dalla confra-
ternita alla Casa dei catecumeni può spiegare i motivi della presenza dei mandati nell’archivio di
quest’ultima. L’organigramma completo degli associati si legge in ASDFe, COM, b. F,
Massaria
1572.
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In effetti tutti i mandati di pagamento superstiti, sottoscritti da Alfonso Bianchi, sono indi-
rizzati all’ordine del banchiere Francesco Rasini, che in quell’anno ricopriva l’incarico di «capo di
conforteria», cioè di responsabile dell’assistenza ai condannati.
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ASDFe COM b. 1526-1598, in data 15 maggio 1575.
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ASDFe CC, 2/15,
Registro di varie notizie
pp. 41-42 § 127.
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ASDFe CC, 2/18.
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