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Luca Baraldi
La
qabbalah
, la cui definizione necessariamente conserva un carattere fluido,
può essere intesa, nelle declinazioni dell’ebraismo italiano rinascimentale, come
manifestazione mistica, come percorso estatico, come processo antropopoietico,
ma deve poter essere intesa anche come dinamica gnoseologica. Uno dei temi por-
tanti della tradizione cabalistica, fin dalle sue origini, è il rapporto esistente tra
cosmologia e linguaggio, tra
davar
-parola e
davar
-fenomeno, che sottende una
correlazione necessaria tra onomatopoiesi e cosmogonia. L’interpretazione, l’ac-
quisizione di tecniche ermeneutiche – a trasmissione iniziatica – all’interno di una
specifica semiosfera permette quindi di mutare la comprensione in capacità ope-
rativa. Chi è in grado di vedere al di là della superficie del testo – evidentemente,
del testo dotato di una propria legittimazione carismatica e sacrale – può accedere
direttamente alla struttura profonda su cui si fonda l’universo. La parola, lungi
dall’essere semplice lessema, ha un valore cosmogonico. L’ermeneutica biblica e
la prospettiva scientifica – che oggi, in maniera deformante, sovente connotiamo
come ‘prescientifica’ – si sovrappongono, si fondono, si rincorrono, e rimescolano
i livelli interpretativi. Il testo dell’omelia di Dato non propone una prospettiva mo-
ralizzatrice meramente fondata sulla narratività dell’episodio biblico, ma ricerca,
attraverso l’analisi della parola e delle sue connessioni logiche e semantiche, il
fondamento scientifico di un’alterazione del cosmo, indotta, come conseguenza
naturale – a livello ecologico e psicologico – dall’intervento del Creatore per la
correzione del creato corrotto dall’uomo.
54
Pensò Iddio nel suo segreto
de fare questo gran bene a lo
‘olam
55
ma non lo revelò
per ancora a
Noakh
e a li sui filioli per dopo che
azzettorono quelli
mitzwot
56
che li comandò Iddio e questo a
quello che dice
we-yo’mer YHWH al-libbo
57
. E da la raiione per che
lo’
‘osif le-hakot ‘od ‘et kol khayi ka’asher ‘asiti
58
dicendo
ki yetzer
lev ha’adam ra’ min’urav
59
ciò è che dopo lo
mavul
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restò in
parte le arie infetate de modo che per questo la
temperatura del corpo umano se infetò ancora
esa per il che lo inteleto umano perde il suo
gran vigore che aveva prima del
mavul
sopra lo
yetzer ha-ra’
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in poterlo dominarlo soto de se da la età’ fanciulesca
ma dopo lo
mavul
par lo infetamento de la temperatura
umana lo inteleto umano non pò operare nel
dinamica e sua assegnazione alla sfera dell’inconoscibilità dell’invisibile. Ciò che non si capiva
superava il limite della capacità di comprensione umana e forse della legittimità della compren-
sione umana. In questi secoli però la ricerca della trama profonda dell’universo torna al centro
dell’attenzione.
54
I passaggi trattati sono tratti dal ms. British Library Add. 27.050.
55
In questo caso lo intendiamo come ‘mondo’.
56
Precetti.
57
Gn 8,21: «e Dio gli disse di cuore».
58
Ivi
: «Non colpirò più ogni essere vivente, come ho fatto».
59
Ivi
: «poiché la disposizione d’animo dell’uomo è orientata al male fin dalla giovane età».
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Diluvio.
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Disposizione naturale malvagia.
Ebrei a Ferrara 1.indd 206
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