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Luca Baraldi
luzioni normative micro territoriali e dalla complessità geopolitica che condiziona lo
scenario europeo e mediterraneo sino al consolidamento dei primi germi nazionali,
prime basi di una stabilità politica internazionale di lunga durata. La mobilità, l’ade-
guamento ad una condizione psicologica, culturale e religiosa di perenne mutamen-
to modifica gli stilemi applicabili in condizioni normali per la comprensione di un
gruppo sociale, per la definizione dei suoi tratti e dei suoi cambiamenti. Alla stan-
zialità territoriale
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si sostituisce una stabilità spirituale, che si contrappone ad una
mobilità fisica indotta dalla produzione normativa conversionistica e persecutoria.
All’omogeneità e alla trasmissione verticale della tradizione sociale si sostituisce
un progressivo consolidamento di alcuni nuclei tematici – religiosi e culturali –
congiunto ad ampi margini di adattabilità e di modificabilità, per poter tradurre la
capacità di adattamento culturale in capacità di sopravvivenza, o per aumentare la
condizione di permanenza su un territorio. Le linee dinamiche di questa geografia
umana determinano i contesti di convivenza culturale, e configurano una compre-
senza che anche dal punto di vista della predicazione fonda, da parte ebraica e da
parte cristiana, un’azione di reciproca rappresentazione.
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Ci troviamo dunque di
fronte ad un ambito di produzione in cui due effetti della stessa necessità comunica-
tiva devono essere fatti dialogare, pena la perdita di parte dell’informazione e di un
gran numero di chiavi interpretative dei contenuti. La complessità delle possibilità
di analisi della predicazione deriva dunque da una dimensione relazionale, per cui
sarà necessario, per garantire la comprensione di ogni singolo sermone, ricostruire il
contesto di composizione, la natura e la posizione degli interlocutori culturali e reli-
giosi, la dimensione dialettica – o controversistica – in cui il predicatore opera.
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In
quest’ottica, come si è detto, la predicazione potrà essere considerata come un’azione
o come una reazione, come la proposta di una interpretazione o come la risposta alla
proposta di un’interpretazione. Ciò che resta immutabile, in questo orizzonte, ai fini
della conservazione dell’integrità dell’universo concettuale sotteso, è la necessità di
comprensione dell’interlocutore latente.
Pur se in un contesto cristiano dominante, non sono tuttavia mancanti i casi di
predicatori che in maniera evidente prendono posizioni espressamente anticristiane,
con sermoni atti alla demolizione di verità consolidate, finanche alla messa in di-
scussione dell’intera legittimità della scelta religiosa difforme dalla propria. Esistono
opere congenitamente destinate alla scrittura, nella tradizione ebraica, che andreb-
bero analizzate proprio alla luce degli stilemi propri della composizione omiletica,
sovente tangente l’ambito della polemica e dell’apologia. Un caso che a mio parere
potrebbe essere reinterpretato è la
Lettera agli yemeniti
di Maimonide,
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che fonda
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Dal punto di vista della geopolitica, occorrerebbe prendere in considerazione il connesso
esercizio di una sovranità su un territorio, inapplicabile nel caso della comunità ebraica.
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Sul tema della permeabilità tra matrici culturali e sulla reciproca rappresentazione tra ebrei
e cristiani, si veda il volume curato da C
ESARE
L
UPORINI
,
Ebraismo e antiebraismo: immagine e
pregiudizio
, Giuntina, Firenze 1989.
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Sulla nascita dei controversisti di matrice umanistica e sul rapporto tra teologia e arte ora-
toria, si veda il bel volume di S
ALVATORE
I. C
AMPOREALE
,
Lorenzo Valla. Umanesimo Riforma e
Controriforma. Studi e testi
, Ed. di Storia e Letteratura, Roma 2002, in particolare il saggio
La
rethorica
come
modus theologandi
. Soluzione umanistica del problema
, pp. 225-264.
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La lettera fu scritta da Maimonide nel 1172, in risposta ad una domanda postagli dal lea-
der spirituale dell’ebraismo yemenita, Ya’akov ben Netan’el al-Fayyūmi. Oltre alla fondamentale
edizione curata da B
OAZ
C
OHEN
,
Moses Maimonides’ Epistle to Yemen: The Arabic Original and
Ebrei a Ferrara 1.indd 202
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