Sguardi dall'interno. La predicazione di Mordekhay Dato tra «bona raccolta» e «mala compania»
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la propria presentazione sulla medesima natura del sermone controversistico: avendo
ricevuto una lettera in cui gli si ponevano questioni riguardanti la riconoscibilità del
messia, il giurista risponde con toni molto aspri, cogliendo l’occasione per confutare
la legittimità delle personalità fondanti dei monoteismi concorrenti, discutendo la
veridicità della natura divina o elettiva di Gesù e Maometto. Anche in questo caso,
pur non trattandosi di un sermone vero e proprio, sono evidenti i tratti del discorso
finalizzato all’evocazione dell’entusiasmo dell’assemblea, alla costruzione di una
autopercezione che fonda sulla demolizione della rappresentazione dell’altro la pro-
pria forza. Anche in questo caso, l’occasione per la scelta di questo tipo di epistola-
sermone, è la risposta ad una affermazione altrui, in conclusione, è il frutto prodotto
in seno ad una dinamica dialettica.
Proseguendo nei secoli, vorrei riportare l’esempio di Yitzkhaq Arama,
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predi-
catore di Zamora del ’400, che ebbe grande influenza sulla predicazione e sull’omi-
letica dell’ebraismo italiano.
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A fronte di una crescente attività antiebraica condotta
da parte dei predicatori cristiani, Arama compose un manuale di omiletica, invitando
alla reazione degli intellettuali ebrei, e alla composizione di sermoni ebraici anticri-
stiani. In questa fase, per la prima volta con un modello enunciato, si propone una
reazione intellettuale diretta alla confutazione delle tesi sostenute dalla predicazione
cristiana. L’azione conversionistica, condotta proprio attraverso la composizione di
reti capillari di predicatori controversisti, progressivamente indeboliva la stabilità
della tradizione religiosa ebraica, nonostante la solidità della interpretazione teologi-
ca della storia e la rappresentazione dell’«inversione dell’eletto», presentata in modo
evidente nelle fonti bibliche e talmudiche. Questa retorica della sofferenza
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comin-
cia a smagliarsi proprio sul finire del ’400, quando l’espulsione degli ebrei sefarditi
dalla penisola iberica, e la coincidente manifestazione di numerosi segni interpreta-
bili alla luce delle Scritture, sembrano annunciare la fine dei tempi e l’avvento di una
nuova era. Il risveglio del fermento messianico, la modificazione della sensibilità ca-
balistica – che soprattutto nel corso del ’500 si orienterà ad una concezione teosofica
che include ogni singolo ebreo come componente essenziale per la maturazione del
the Three Hebrew Versions
, American Academy for Jewish Research, New York 1952,
esiste l’edi-
zione nella raccolta delle epistole maimonidee, curata da J. De Hulster in lingua francese,
Epîtres,
Gallimard, Paris 1983 e un’ulteriore edizione critica, di livello mediocre, in lingua spagnola,
Sobre
el Mesìas. Carta a los Judios del Yemen
, Riopiedras, Barcelona 1987.
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Sulla vita e il pensiero di Arama: C
HAIM
P
EARL
,
The Medieval Jewish Mind. The Religious
Philosophy of Isaac Arama
, Vallentine, London 1971.
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Il suo
Akedat Yitzkhaq
determinò un forte cambio di orientamento della predicazione ita-
liana. Consapevole del fatto che, al momento, si tratti di pura suggestione, ritengo verosimile
l’influenza dell’opera di Arama sulla produzione omiletica ebraica, che progressivamente assume
un carattere discriminante ed esclusivista nei confronti dei cristiani. La teoria pare avvalorata dalla
attestata circolazione del testo nel territorio modenese, censito in un elenco di requisizione dell’In-
quisizione a Finale Emilia, nell’anno 1669, con il nome di «Achedà d’Isac». Il caso riguarda una
denuncia spontanea del rabbino Leon Del Bene di Daniele, residente nel ghetto di Ferrara, contro
il banchiere ebreo Alessandro Formigine, residente a Finale Emilia. In proposito si veda M
AURO
P
ERANI
,
Confisca e censura di libri ebraici a Modena fra Cinque e Seicento
, in
L’Inquisizione e gli
Ebrei in Italia
, a cura di M. Luzzati, Laterza, Roma-Bari 1994, pp. 287-320.
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Sulla sistematizzazione del tema della sofferenza come concetto portante dell’autorappre-
sentazione ebraica, si veda lo studio di E
STHER
B
ENBASSA
,
La sofferenza come identità
, Ombre
Corte, Verona 2009.
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