Ebrei a Ferrara. Ebrei di Ferrara. Aspetti culturali, economici e sociali della presenza ebraica a Ferrara (secc. XIII-XX) - page 195

Sguardi dall'interno. La predicazione di Mordekhay Dato tra «bona raccolta» e «mala compania»
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con Salonicco e Safed, divennero a quest’epoca importanti assi di diffusione del
pensiero ebraico.
11
La vita di Dato si colloca, agli occhi dell’interpretazione storica, in un contesto
geopolitico e religioso di forte fermento, di costante riformulazione, ma gli elementi
che abbiamo a disposizione non ci consentono di ricostruire con precisione e conti-
nuità il profilo biografico e la mobilità dell’intellettuale. Del periodo che intercorre
tra gli anni ferraresi e il trasferimento a San Felice sul Panaro non possiamo dire mol-
to, ma siamo in grado di individuare un verosimile momento di rottura, una soglia
oltre la quale l’intera formulazione del suo pensiero fu soggetta ad un forte impulso
di cambiamento Tra 1560 e 1561 intraprese un viaggio alla volta di Safed al seguito
dello zio Mošeh Basola,
12
noto per le cronache del viaggio in Palestina nel 1521. Lo
stesso Basola che, complice la dedizione dell’allievo Immanuel Benevento, nel 1558
agevolò la pubblicazione del testo cabalistico per antonomasia, lo
Zohar
,
a Mantova.
Qui si era sviluppata la più importante scuola cabbalistica del Cinquecento, in questi
anni raccolta intorno alla figura di Mošeh Cordovero, destinata ad essere seguita
da altri grandi carismatici dell’epoca. Dato ricevette direttamente dal cabbalista la
conoscenza di una nuova gnoseologia mistica, di una nuova declinazione della dot-
trina cabalistica, e ne divenne un animato custode e promotore, trasferendosi, al suo
rientro in Italia, a San Felice sul Panaro, oggi in Provincia di Modena. Non possiamo
affermare con certezza che qui prese forma una vera e propria comunità intellettuale,
ma la centralità di Dato nei processi di diffusione del pensiero di Cordovero in Italia
non lascia addito a dubbi: dopo il rientro si dedicò alla composizione di
piyyutim
13
di argomento cabalistico, a scrivere commentari e a proporre
derashot
fortemente
influenzati dal pensiero mistico. La qabbalah safedica di Cordovero era sbarcata in
Italia, probabilmente attraverso le porte di Ferrara e di San Felice.
Per cercare di fornire un profilo umano di Mordekhay Dato, al di là della mo-
dellazione di un’immagine intellettuale, credo sia utile fare riferimento a prospettive
indirette, spendendo qualche parola su alcune persone che, con Dato, condividevano
l’esperienza di vita domestica e intellettuale. La prima, la moglie Virtuosa, acquisi-
sce interesse alla luce dell’alta considerazione di cui godeva tra gli intellettuali con
cui Dato era in rapporti di amicizia: Manuscrivi le dedicò un trattato sulla natura e
il comportamento della donna ideale – ovviamente ebrea – ravvisando in lei tutte le
caratteristiche e riconoscendone la levatura e l’intelligenza;
14
Avraham Yagel, scien-
ziato ebreo contemporaneo di Mordekhay, che visse per lungo tempo a Sassuolo,
11
Per una introduzione generale: R
APHAEL
J
EHUDA
Z
WI
W
ERBLOWSKY
, «Mystical and Magical
Contemplation: the Kabbalists in Sixteenth-century Safed», in
History of Religions
, 1, 1961, pp.
9-36. Un testo introduttivo fondamentale è G
ÉRARD
N
AHON
,
La Terre Sainte au temps des kabbali-
stes
, Albin Michel, Paris 1997.
12
Cabbalista rinomato, viaggiatore esperto, Basola (1489-1560) fu attivamente coinvolto nel-
le linee di evoluzione politica e culturale dell’ebraismo italiano nel XVI secolo. Fu tra i promotori
della pubblicazione delle opere di Cordovero e di cabbalà italiana di ispirazione safedica nelle tipo-
grafie veneziane. Su Basola e il suo rapporto con la Terra Santa si veda l’edizione della sua opera
Shivkhey Yerushalayim
(Preghiere di Gerusalemme), resoconto e diario del suo pellegrinaggio,
in A
VRAHAM
D
AVID
,
Mošeh Basola. A Sion e Gerusalemme. Viaggio in Terra Santa (1521-1523)
,
Giuntina, Firenze 2003.
13
Il
piyyut
è il componimento poetico a contenuto sacro.
14
L’informazione è in G
IULIO
B
USI
,
La Istoria de Purim io ve racconto… Il libro di Ester se-
condo un rabbino emiliano del Cinquecento
, Luisè Editore, Rimini 1987, p. 27.
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