L
AURA
G
RAZIANI
S
ECCHIERI
«In casa d’Amadio Sacerdoti Mondovì: lui medesimo d’anni 35».
Il censimento del ghetto di Ferrara del 1692
All’uscita di scena degli Este alla fine del XVI secolo, la Ferrara ebraica (i
cui componenti più informati o lungimiranti avevano avuto precognizione oppure
sentore dei futuri effetti della devoluzione, come si intuisce dalle precoci cessio-
ni immobiliari e dai numerosi allontanamenti dalla città, soprattutto di sefarditi)
ha partecipato fra l’attonito e l’atterrito all’insediamento del Cardinale Legato.
1
All’iniziale proibizione all’acquisto di immobili decretata a svantaggio degli ebrei
è seguito l’obbligo di vendere gli edifici già in possesso:
2
nel 1602
3
la fase di alie-
nazione forzata era ormai ultimata. Era consentita una sola sinagoga per ogni rito, e
tutte dovevano essere concentrate nel medesimo fabbricato, mentre i cimiteri urbani
sono stati ridotti ad uno soltanto.
4
Le più antiche e liberali terre degli Estensi hanno
conosciuto gradualmente tutte le imposizioni già in vigore nel resto dello Stato Pon-
1
Sulla Legazione pontificia di Ferrara come istituzione governativa: A
NDREA
G
ARDI
,
Una
fonte e le sue potenzialità: i carteggi del legato di Ferrara Giulio Sacchetti (1627-1631)
, in
La le-
gazione di Ferrara del cardinale Giulio Sacchetti (1627-1631)
, a cura di I. Fosi – A. Gardi, Istituto
di Studi rinascimentali, Ferrara 2004. I
DEM
,
La nascita di una Legazione: Clemente VIII a Ferrara
(1598)
, in
La Legazione di Romagna e i suoi archivi. Secoli XVI-XVIII
, a cura di A. Turchini, Il
Ponte Vecchio, Cesena 2006, pp. 59-90. L
ORENZO
P
ALIOTTO
,
Ferrara nel Seicento. Quotidianità
tra potere legatizio e governo pastorale
, parti prima e seconda, Seminario Diocesano di Ferrara-
Comacchio, Cartografica, Ferrara 2006 e 2009. A. G
ARDI
,
Costruire il territorio. L’amministrazio-
ne della legazione pontificia di Ferrara nel XVII e XVIII secolo
, Istituto Storico Italiano per l’età
moderna e contemporanea, Roma 2011.
2
Invero erano pochi poiché pochi erano stati gli ebrei che avevano potuto godere del titolo di
‘cittadino ferrarese’. L. G
RAZIANI
S
ECCHIERI
,
Ebrei italiani, askenaziti e sefarditi a Ferrara: un’ana-
lisi topografica dell’insediamento e delle sue trasformazioni (secoli XIII- XVI)
, in
Gli ebrei nello
Stato della Chiesa. Insediamenti e mobilità (secoli XIV-XVIII)
, a cura di M. Caffiero – A. Esposito,
Esedra, Padova 2012, p. 176, con la relativa bibliografia.
Sulla
vessata questio
della cittadinanza attribuita agli ebrei in Italia, rimando alla puntua-
le disamina delle differenti situazioni locali nel capitolo
Lo status civitatis
, in V
ITTORE
C
OLORNI
,
Legge ebraica e leggi locali
, Milano, Giuffrè 1945, in particolare pp. 81-99. Aggiornamenti sugli
indirizzi presi dai più recenti studi sul tema in A
RIEL
T
OAFF
,
Comuni italiani e cittadini ebrei nel
tardo medioevo
, in
Gli ebrei nell’Italia centro settentrionale fra tardo Medioevo ed età moderna
(secoli XV-XVIII)
, a cura di M. Romani – E. Traniello, «Cheiron» 57-58, Bulzoni, Roma 2012, pp.
29-45, con relativa bibliografia aggiornata.
3
ASCFe, serie
Bandi
, Tomo 8,
sub data
.
4
Solo successivamente la forte (sebbene poco numerosa) Nazione sefardita ha ottenuto di
poter conservare la propria sinagoga in via Gattamarcia e di acquistare il terreno per un cimitero
indipendente.
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