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Stefano Arieti
studio della parassitosi, identificando per la prima volta la filiaria di Medina, come
agente etiologico della dracunculiasi, senza peraltro comprendere il complesso ciclo
vitale (
Cent. VII, cur. LXIV
).
15
La diarrea che descrive nella
Cent. III, cur. XLIV
, pro-
babilmente è determinata dall’
entamoeba histolytica
; mentre la
tenia saginata
è la
responsabile dall’affezione affrontata nella
Cent.VI, cur. LXXIV
e il
sarcoptes scabiei
di quella in
Cent. II, cur. XXXIII
.
La modernità di Amato e la sua visione di una medicina scevra da ogni condizio-
namento religioso si dimostrano nell’esposizione di complessi casi, sotto il profilo
morale, quando affronta i comportamenti femminili di un uomo o il transessualismo
di Maria Pacheca da femmina verso maschio e che dallo stesso Amato sappiamo
essere emigrato nelle Indie occidentali, dove, diventato ricco e famoso, rientrò in
patria coniugato. Oppure quando viene chiamato, quale perito medico legale, per
accertare lo stato di una signora, che risulta gravida dopo il bagno in piscina con
una sua amica, reduce da un rapporto sessuale con il marito. Al di là della fantasiosa
spiegazione che il seme maschile sarebbe passato da una donna all’altra, durante un
amplesso saffico, nella descrizione del caso Amato non emette alcun giudizio mora-
le. Infine, anche, nella descrizione della condilomatosi acuminata dell’ano e del retto
nel giovane, ventunenne, Fabrizio de’Medici, «illustris familiae apud Florentinos,…
post habitum morbum gallicum, à quo curatus fuerat: intra anus carunculas et ragades
rectum intestinum occupantes…» (
Centuria V
,
en. X
), che viene trattata con nitrato
d’argento, mercurio, antimonio,
16
non si evidenziano giudizi morali. È interessante
notare che in tutte le edizioni delle
Centuriae
passate al vaglio inquisitoriale, questi
casi risultino cancellati.
17
Voglio, infine, soffermarmi, seppur brevemente, sull’opera di Jacob Zahalon,
Tesoro della vita
(Venezia 1693), che pur non presentando caratteristiche innovative
rispetto alla medicina coeva del XVII secolo, merita un ricordo per la preziosa fun-
zione a cui fu destinata dall’autore. Divisa in tredici sezioni, copre tutte le specialità
della disciplina. Le patologie sono descritte secondo la medievale divisione
capite ad
pedem
, mentre alle malattie indotte dalle febbri, agli avvelenamenti, alla ginecolo-
Geronimo frequentò la Scuola di Medicina di Valencia, dove si laureò nel 1568. Dapprima praticò
la professione in alcuni villaggi della sua regione natale, poi rilevò le posizioni professionali del
padre all’interno del Palazzo Vescovile. Il 22 dicembre 1598 fu nominato commissario per accer-
tare la preparazione nelle scienze mediche a chi desiderava la laurea. Non si conoscono suoi lavori
medici, se non quello ricordato. Nell’archivio dell’Academia de lo Nocturnos, di cui fu membro, si
conservano numerose sue composizioni, fra le quali un
Discurso alabando la Medicina
.
15
S
ILVIO
P
AMPIGLIONE
, «Dirofilariasi umana sub congiuntivale: un probabile caso descritto in
Francia da Amato Lusitano nel XVI secolo»
,
in
Parasitologia
, 37(1), 1995, pp. 75-78. J. A. D
AVID
DE
M
ORAIS
, «As parasitoses nas “Centúrias” de Amato Lusitano»
,
in
Medicina
, XXVI, 2012, pp.
45-54.
16
Per tutti gli aspetti connessi alla patologia ostetrico-ginecologica e sessuale presenti nel-
le
Centuriae
: I
SILDA
T
EIXEIRA
R
ODRIGUES
, Amato Lusitano e as perturbaçöes sexuais
, Dissertação
apresentada à Universidade de Trás-os- Montes e Alto Douro, 2005. E
ADEM
, «Amato Lusitano
e as problemáticas sexuais», in
Revista Lusófono de Ciéncias das Religiöes
, VI (11), 2007, pp.
317-333. E
ADEM
, «Rudimentos de sexologia no século XVI – o contributo de Amato Lusitano», in
Cadernos de Estudos Sefarditas
, 8, 2008, pp.85-102. In
Centuria VII, cur. LVII
vi è la descrizione
dei due fratelli siamesi Lazzaro e Giambattista Coloredo.
17
Per tutti i problemi connessi al controllo dell’Inquisizione sui testi medici: D
OV
F
RONT
,
«The Expurgation of Medical Books in Sixteenth-Century Spain», in
Bulletin of the History of
Medicine
, 75(2), 2001, pp. 90-96.
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