Ebrei a Ferrara. Ebrei di Ferrara. Aspetti culturali, economici e sociali della presenza ebraica a Ferrara (secc. XIII-XX) - page 89

Etica e pratica clinica fra XVI e XVII secolo: Amato Lusitano e Jacob Zahalon
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Veniamo ora a considerare, attraverso le loro opere, il pensiero clinico dell’uno e
dell’altro, sebbene la produzione di Amato sia di gran lunga più cospicua e articolata
di quella di Zahalon.
Non mi soffermo sulle complesse biografiche di João Rodrigues de Castelo
Branco in quanto ampiamente illustrate da precedenti autori e perché esula dallo
scopo che mi sono prefisso di illustrare in questa nota.
6
La sua presenza in Ferra-
ra, prima tappa del suo peregrinare in Italia, data a partire dal 1541 e termina nel
1547, quando si trasferì ad Ancona.
7
In Ferrara Amato si integrò perfettamente con
il vivace ambiente scientifico, che ruotava attorno alla corte estense. Testimonianza
di questa perfetta integrazione sono gli studi anatomici, condotti assieme a Giovan
Battista Canani junior (1515-1579), che lo portarono a identificare, fra l’altro, con la
scoperta delle valvole nelle vene azygos, come questo sistema, presente in tutto l’al-
bero venoso, determini l’impossibilità del sangue a flusso centripeto di refluire verso
la periferia.
8
L’interesse di Amato per gli studi anatomici non è un interesse fine a
se stesso, ma è volto a migliorare le tecniche di intervento allora in uso, introducen-
do il moderno concetto dell’anatomia clinica. Così in un caso di empiema pleurico
pratica il drenaggio della raccolta purulenta, effettuando un’incisione tra il 2°e il 3°
spazio intercostale, contando dal basso verso l’alto, al fine di evitare la perforazione
del cosiddetto «ligamentum trasversum», oggi conosciuto come ‘diaframma’. Fece
ripetere l’esperienza sul cadavere da Francesco Vesalio, fratello del più celebre An-
drea e suo allievo in Ferrara, per confermare la correttezza della sua osservazione,
9
riaffermando la validità dello studio dell’anatomia sul cadavere come essenziale agli
studi medici, quando scriveva «oportet igitur medicum vel chirurgum in corporum
dissectione apprime instructum esse».
10
L’opera di Amato comprende due serie di scritti gli uni complementari agli altri.
Al primo gruppo appartengono le opere di botanica farmaceutica: l’
Index Diosco-
ridis
(1
a
ed. Anversa 1536, opera incompleta, che prende in considerazione solo i
primi due libri di Dioscoride) e
In Dioscorides Anazarbei de materia medica libros
quinque ennarationes eruditissimae…
(1
a
ed. Venezia 1553). Amato comprese, ancor
prima di Leonhart Fuchs (1501-1566) e il suo
De Historia Stirpium commentarii
insignes
(1542), la necessità di fornire testi validi e aggiornati, in cui venissero prese
in considerazione per la terapia non solo le piante secondo la vecchia classificazione
6
Per la biografia di Amato si veda l’insuperato saggio di M
AXIMIANOS
L
EMOS
,
Amato Lusitano.
A Sua Vida. A Sua Obra,
Eduardo Tavares Martins, Porto 1907. Per quanto relativo al periodo por-
toghese: R
ICARDO
J
ORGE
,
Amato Lusitano. Comentos Á Sua Vida, Obra E Época
, Editorial Minerva,
Porto s.d. (ma 1936). Tutte le altre ricostruzioni biografiche sono debitrici a questi studi compreso
il recente saggio di J
OÃO
A
UGUSTO
D
AVID
DE
M
ORAIS
,
Eu, Amato Lusitano no V Centenário do seu
Nascimento
, Colibrì, Porto 2011.
7
Su tutte le vicende relative ai portoghesi in Ancona all’epoca della presenza di Amato, si
vedano le recenti puntualizzazioni di P
IER
C
ESARE
I
OLY
Z
ORATTINI
, «Ancora sui giudaizzanti porto-
ghesi di Ancona (1556): Condanna e Riconciliazione», in
Zakhor
, V, 2001-2002, pp. 39-51, nonché
A
RON DI
L
EONE
L
EONI
,
La Nazione Ebraica Spagnola e Portoghese di Ferrara (1492-1559)
, a cura
di L. Graziani Secchieri, voll.2, Olschki, Firenze 2011.
8
Centuria I, cur. LI
. È noto come per lungo tempo questa scoperta fosse stata attribuita a
Giovan Battista Canani junior, poi a Gabriele Falloppio. Su questo: N
INO
S
AMAJA
, «Chi ha scoperto
le valvole dell’azygos», in
Rassegna Mensile di Israel
, 15 (4), 1949, pp. 157-179.
9
Centuria I, cur. LXI
.
10
Centuria II, cur. LXXXIII.
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