104
Laura Graziani Secchieri
storica compatibile (anche se non sempre contemporanea), che possono essere in
qualche misura paragonati a una
enclave
ebraica. Per poter effettuare l’analisi com-
parativa dei due censimenti e mediando da tali scritti, la classificazione dei nuclei
domestici è stata strutturata in categorie e sottocategorie. Alcune di esse sono state
rese ulteriormente analitiche
56
mentre altre sono state del tutto soppresse in quanto
non presenti o di significato non calzante alla situazione contingente:
57
la tipologia
delle categorie è stata adattata sia al complesso di elementi che costituiscono la fonte
presa in considerazione, sia alla specifica struttura familiare della popolazione del
ghetto di Ferrara (Tabella 1).
Nei due censimenti è frequente l’occorrenza di nominativi estranei al nucleo
familiare, definibili come tali in quanto privi dell’indicazione di legame parentale
e/o connotati da differente cognome, forestieri o meno. Accompagnata talora dalla
specificazione «a dozena» o «dozinante» o, più raro, «in casa sua», la figura dell’in-
quilino (imparentato o no) che prendeva in affitto una stanza o, forse, un semplice
letto appare essere un fenomeno estremamente radicato, più che in altri territori o
presso la popolazione maggioritaria. A questa quota storica, non avevano ancora
trovato soluzione in ambito comunitario le esigenze delle classi sociali più deboli
e bisognose: diversamente dalla maggioranza extra ghetto che aveva da tempo isti-
tuito conservatori e orfanotrofi per sovvenire alle categorie disagiate, l’Università
degli ebrei rispondeva sostenendo economicamente i singoli senza avere ancora
individuato o recepito soluzioni che prevedessero anche il ricovero.
58
Inoltre, era
molto frequente che giovani lasciassero la casa paterna trasferendosi in città lonta-
ne, presso parenti abbienti o istitutori retribuiti dalla Comunità, dove frequentare
scuole e università, tanto ebraiche quanto cristiane.
59
In più, oltre a vedove, orfani
e indigenti, ad allargare le fila dei ‘non consanguinei conviventi’ erano i minorati
1980. J
ACQUES
D
UPAQUIER
,
Per la demografia storica
, SEI, Torino 1987. L. D
EL
P
ANTA
,
Il modello
della popolazione stabile: applicazioni in Demografia storica
, in A. S
ANTINI
- L. D
EL
P
ANTA
,
Problemi di analisi delle popolazioni del passato in assenza di dati completi
, C
LUEB
, Bologna
1982. C
ARLA
G
E
R
ONDI
,
L’analisi nominativa in demografia storica: metodi e problemi. Il caso
di una parrocchia
, Giuffrè, Milano 1988. A
NNALISA
B
RUNI
,
Un’esperienza demografica d’ambito
urbano: San Salvador, parrocchia veneziana tra XVI e XVII secolo
, in
La «conta delle anime».
Popolazioni e registri parrocchiali: questioni di metodo ed esperienze
, a cura di G. Coppola – C.
Grandi, «Annali dell’Istituto storico italo-germanico» Quaderno 27, Il Mulino, Bologna 1989,
pp. 187-208.
56
Per favorire l’analisi degli estranei è stata inserita una colonna specifica che affianca quelle
relative al numero dei componenti del nucleo familiare e dei domestici: i 3 valori sono poi confluiti
nella colonna dei residenti complessivi, che permette una rapida valutazione dei componenti di
fuochi secondo le differenti tipologie.
57
In particolare si è intervenuto sopprimendo la voce relativa a «Famiglie a struttura indeter-
minata», che non ha visto nessuna frequenza né nel 1630 né nel 1692.
58
La supplica di «Minori, Puppilli, Vedove e Donne Maritate» per ottenere la dispensa «dal-
le Sollenità Statutarie», datata 18 dicembre 1692, contiene fra l’altro anche la dichiarazione con
cui Gioia Rossi, vedova di Iacob Sacerdoti, insieme ai figli Angelo Sacerdoti e Giovanni Battista
Aventi, «Neofito», ha rinunciato allo
jus kazakà
dell’edificio di ragione delle Monache di San
Bernardino in favore della Università degli Ebrei. ASFe,
ANAFe
, Ignazio Tamagni, matr. 1083,
pacco 5, 15 gennaio 1693.
59
R. B
ONFIL
,
Gli ebrei in Italia nell’epoca del Rinascimento
, Sansoni, Firenze 1991, pp. 111-
113.
Ebrei a Ferrara 1.indd 104
07/04/14 11:42