Ebrei a Ferrara. Ebrei di Ferrara. Aspetti culturali, economici e sociali della presenza ebraica a Ferrara (secc. XIII-XX) - page 160

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Keoma Ambrogio
per Ferrara. Come bene illustra Bassi,
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a partire dal 1902 il Comune comincia a con-
cedere gratuitamente aree edificabili in questa zona, pur di favorire un’edificazione
che avrebbe potuto migliorare le condizioni di abbandono e sviluppare la connessio-
ne tra la stazione ferroviaria e la città. Nel 1910 tuttavia non è ancora partito questo
sviluppo edilizio ‘spontaneo’, allorché il grande evento dell’Esposizione Agricola-
Industriale, i cui padiglioni sono commissionati allo stesso Contini e collocati ap-
punto sull’area della ex Piazza d’Armi, sollevano l’attenzione pubblica. Si forma un
comitato di genitori, sostenuto anche dalla
Gazzetta di Ferrara
, che, raccogliendo
circa 400 firme, richiede di destinare l’area a un grande giardino pubblico per il pas-
seggio domenicale
.
Il Consiglio comunale, a fine anno, anche contro il parere della
Giunta Provinciale Amministrativa decide di rimettere in vendita alcuni lotti dello
Spagnarone e di spostare la piazza d’Armi fuori Porta Reno. Questo fatto appare
immediatamente, nell’opinione pubblica, un processo edilizio non coerente e solleva
numerose critiche. A questo punto Ciro Contini decide, liberamente, di interessarsi
del problema e di proporre un piano per l’edificazione dell’intera area che fosse in
grado di conformare un tessuto urbano di connessione tra le diverse parti, esaudendo
le richieste tanto della popolazione, in merito alla qualità degli spazi e alla presenza
di un parco, quanto dell’amministrazione, in termini di efficacia edilizia.
La presentazione pubblica del progetto raccoglie molti pareri favorevoli in Con-
siglio e probabilmente induce l’assessore ai lavori pubblici, Antonio Chiozzi, a spon-
sorizzare l’incarico per Contini di responsabile dell’Ufficio di Piano Regolatore.
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La redazione del piano generale e del progetto per l’area della ex Piazza d’Armi pro-
seguono in contemporanea, tanto che la relazione finale, forse del luglio 1913, con-
tiene il secondo come parte del primo. Sul tema della spianata tuttavia, già a partire
dalla primavera del 1912 vengono avviati ulteriori studi, a cura dell’Ufficio ai Lavori
Pubblici diretto da Cesare Selvelli. Studi che fomentano numerose discussioni nel
merito delle modalità di insediamento e di collocazione del parco. Una diatriba che
vede alla fine, almeno sulla carta, vincitore il Selvelli il quale ottiene nel dicembre
del 1914 il parere favorevole del Consiglio, con il suo progetto di
Rione Giardino
.
Indipendentemente dalla discussione su quest’area, il piano generale prosegue
il suo corso, tanto che a novembre del 1913 Contini presenta la propria parcella
dichiarando che la reggenza era durata dal gennaio del 1912 al luglio di quell’anno,
compenso che gli sarà liquidato solo nel marzo del 1915.
La cocente delusione per la mancata approvazione del piano – dovuta in parte al-
le discussioni in seno all’Amministrazione comunale veicolate dal Selvelli e in parte
all’ingresso in guerra dell’Italia nell’agosto del 1915 – portano il nostro a trasferirsi
con tutta la famiglia a Roma, nel 1917, e ad abbandonare, di fatto, i temi pianificatori
ferraresi.
2.3. Proposte per una nuova area commerciale (1913-1914)
Nello stesso anno in cui Contini si avvia alla conclusione della prima redazione
del piano regolatore, egli formula una proposta, indipendente dal piano, che testimo-
nia della modernità della sua visione urbana e al contempo della contraddittorietà del
suo approccio al tessuto storico stratificato. Si tratta della riorganizzazione funzio-
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C. B
ASSI
,
op. cit.
, p. 51.
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Cfr. nota 11.
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