Ebrei a Ferrara. Ebrei di Ferrara. Aspetti culturali, economici e sociali della presenza ebraica a Ferrara (secc. XIII-XX) - page 150

150
Dibattito
L
AURA
G
RAZIANI
S
ECCHIERI
– Sono indicati come «alatanti» i bambini entro i do-
dici mesi.
R
ICCARDO
M
ODESTINO
– Una domanda per Stefano Arieti che ha svolto una inte-
ressantissima relazione su Amato Lusitano, Giovanni Rodriguez de Castello branco,
nella sua avventurosa peregrinazione attraverso le terre d’Europa, dal Portogallo del
nord fino a Ferrara e oltre: Ancona e Salonicco.
I suoi contatti con la nostra cultura sono stati a tutto campo; risulta che abbia
sviluppato rapporti con l’ambiente medico (e in particolare con il grande Canani
con il quale risulta che abbia compiuto indagini anatomiche e cliniche di indubbio
rilievo) ma non soltanto: ha avuto intensi rapporti anche con il mondo economico e
del commercio, rappresentato in particolare da Grazia Nacì (che qui in città abitava
a palazzo Roverella). Questa lo ha protetto e aiutato in varie circostanze durante la
sua rocambolesca fuga fra Ferrara, Ancona e Salonicco salvandogli la vita più vol-
te. Quindi una figura di estremo interesse anche per questi aspetti che dimostrano
come la cultura medica fosse, come tu hai messo in evidenza molto bene, non solo
interessata agli aspetti della medicina scientifica, anatomica in particolare, ma anche
agli aspetti di natura etica e filosofica, libera dai vincoli di dogmi religiosi come
avveniva spessissimo nella cultura ebraica e quindi nell’ambito di una riflessione
epistemologica, come diremmo oggi, di estrema attualità. Quindi penso che anche
su questo punto Stefano abbia fatto un ottimo lavoro di scavo come sono sicuro che
potrà essere ulteriormente approfondita nella pubblicazione cui abbiamo contribuito
insieme e che uscirà nel prossimo futuro.
La figura di Zahalon è la figura di medico e rabbino e sappiamo che da Roma,
dove è stato testimone della peste che descrive, viene a Ferrara e qui svolge un’at-
tività importantissima. È da ricordare la sua preghiera bellissima che sarebbe bello
leggere per esteso, di una modernità estrema e di alto valore poetico. Ma importante è
anche la sua attività di rabbino e di predicatore in sinagoga, nelle dieci sinagoghe del-
la città. È un mondo di estrema complessità quello in cui si situano i maestri Vesalio
e Malpighi che si ispiravano alla rivoluzione scientifica a tutto campo nelle scienze
mediche, e che comunque si situa a Ferrara, io credo perché a Ferrara c’è l’incrocio
fra l’altissimo livello della cultura medica e filosofica e fra la grande cultura della
tolleranza, alla faccia delle bolle papali e delle persecuzioni, che ha permesso uno
sviluppo reciproco della cultura cristiana ed ebraica, con enormi riflessi nella cul-
tura e nelle arti. Quindi chiedo a te, Stefano, se in questa riflessione sulla reciproca
tolleranza della
civitas
(che ho definito
civitas hippocratica
che informa di sé tutto
quanto) credi che sia peculiarità del mondo ferrarese, che ci riempie di orgoglio come
testimonianza nell’attualità della storia passata.
S
TEFANO
A
RIETI
– Purtroppo non so risponderti perché del mondo culturale fer-
rarese non so quasi nulla. Tu sai che ci settorializza negli studi: per me Amato è
un’occasione per legarmi a Ferrara. Ci sono molti studi sugli ebrei ferraresi, come
quelli della professoressa Muzzarelli…Ma non mi sono mai addentrato sull’ambien-
te ferrarese. Amato è un’occasione contingente.
M
ARINA
C
AFFIERO
– Il discorso che hai fatto è molto intrigante relativamente
alle polemiche e discussioni sull’eutanasia che confronterei a quelle sulle tematiche
dell’autopsia.
Ho poi una domanda. Lavorando per un periodo un poco posteriore a questo, ho
Ebrei a Ferrara 1.indd 150
07/04/14 11:42
1...,140,141,142,143,144,145,146,147,148,149 151,152,153,154,155,156,157,158,159,160,...384
Powered by FlippingBook