Ebrei a Ferrara. Ebrei di Ferrara. Aspetti culturali, economici e sociali della presenza ebraica a Ferrara (secc. XIII-XX) - page 167

«Vecchie città ed edilizia nuova», il contributo di Ciro Contini (1873-1952)
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essere ottenuto con una soluzione schizzata in un allegato al progetto, non pervenuto
a oggi, così da conservarne le «belle arcate».
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Probabilmente, Contini ritiene pos-
sibile sfruttare gli archi del loggiato come una sorta di fornice di accesso alla strada,
un po’ come avviene nell’uscita di via Giovecca sulle mura, in corrispondenza della
prospettiva omonima.
3.4. Sventramenti nell’area del ghetto ebraico
Per quanto riguarda il denso tessuto edilizio dell’antico ghetto, Contini, nella
redazione del 1913, propone un taglio trasversale della zona centrale che permette
di connettere in modo più rapido ed efficiente lo sbocco di via Canonica in piazza
(di fronte alle logge di San Crispino) con via Vignatagliata, nella zona di piazzetta
Vittoria. Il taglio avrebbe sostanzialmente eliminato pochi edifici, passando attra-
verso gli spazi interni del grande lotto triangolare di San Romano e riuscendo a ri-
durre l’intensità di traffico della superiore via Mazzini [Fig. 8]. La connessione con
vicolo Carbone sarebbe stata ottenuta con la demolizioni di due piccoli fabbricati di
saturazione, che avevano nel tempo determinato due vicoli a fondo chiuso, appunto
denominati vicolo Mozzo Vittoria e vicolo Mozzo Torcicoda [Fig. 9]. Un’opera-
zione di grande rispetto del tessuto edilizio del ghetto, operata con ridotte e oculate
demolizioni.
Nella redazione del secondo piano, tuttavia, Contini decide – non sappiamo se
seguendo indirizzi da altri suggeriti vista l’istituzione della Commissione di valuta-
zione – di prolungare il nuovo asse, con maggiore regolarità e larghezza, fino a via
delle Scienze, anch’essa ampliata con la proposta demolizione di Sant’Agnesina, co-
sì da connettere la piazza del Duomo direttamente con l’odierna via Carlo Mayr [Fig.
10]. Anche in questo caso, le poche abitazione da demolire non apparivano certo di
elevato pregio, ma la direttrice del nuovo asse, con la sua rigida regolarità, avrebbe
costituito una rottura significativa della morfologia urbana del sito, così influenzata
dalle linee di scolo dell’antico argine del Po.
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Nel progetto viene, altresì, confer-
mato il piccolo taglio di un edificio annesso alla chiesa di Sant’Agnese, che avrebbe
consentito di connettere, forse meglio dire ri-connettere, via del Carbone con vicolo
Mozzo Torcicoda.
Proprio sul tratto finale del percorso di questa nuova strada, in via del Carbone,
era stata nel frattempo posta sotto tutela, nel settembre del 1914, la Casa Pisa Ariosti,
un pregevole edificio caratterizzato da portale, finestre e cornicione in cotti ornamen-
tali. E, allo stesso modo, nel 1917 era stata tutelata la chiesa di Sant’Agnesina con
gli annessi residui del convitto. Nonostante questi riconoscimenti, anche di un certo
valore artistico, la proposta del 1926 non tiene ancora una volta conto del valore del
decreto e prevede la demolizione di due monumenti iscritti nell’elenco nazionale.
4. Conclusioni
A seguito di queste precisazioni su alcuni dettagli della pianificazione di Ciro
Contini nello specifico del tessuto storico ferrarese, possono delinearsi nuove os-
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C. C
ONTINI
,
Piano regolatore
, cit., p. 117.
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R. D
ALLA
N
EGRA
et alii,
Ferrara: contributi
, cit., pp. 145-148.
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