Ebrei a Ferrara. Ebrei di Ferrara. Aspetti culturali, economici e sociali della presenza ebraica a Ferrara (secc. XIII-XX) - page 164

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Keoma Ambrogio
e, inoltre, presenterebbe costi di esproprio considerevoli in ragione dell’uso
commerciale dei piani terreni e residenziali dei piani superiori.
La proposta è senza dubbio interessante e maggiormente rispettosa dell’edilizia
storica presente nel quartiere di San Romano, rispetto all’intervento poi eseguito.
Meno appropriata appare la soluzione, per quanto riguarda gli isolati di via delle
Volte che sono caratterizzati da una diversa organizzazione insediativa e quindi op-
pongono una maggiore resistenza all’apertura del nuovo asse.
Il piano va poi visto, almeno nella redazione del 1913, in continuità con il pro-
getto della nuova piazza del Mercato di cui alla successiva descrizione, in quanto la
nuova via lambisce, nelle ipotesi di Contini, il fianco occidentale della piazza, per
poi proseguire verso piazza Travaglio dove si prevede un’edificazione in grado di
regolarizzare il fronte verso Porta Paola. Nella soluzione del 1926, venendo sop-
pressa l’idea della nuova piazza del Mercato, Contini conferma l’intera dimensione
di piazza Travaglio lasciando che la nuova via, in asse con la porta seicentesca, vada
semplicemente a innestarsi sul grande vuoto.
Sulla testata verso piazza, Contini arriva a suggerire di aprire una sorta di galle-
ria coperta che, attraversando il nuovo Tribunale, consenta di giungere allo slargo da
lui previsto, così da generare nuove percorrenze pedonali tra i diversi spazi. Una so-
luzione che verrà sostanzialmente ripresa nell’ambito della ricostruzione del palazzo
in forme moderne con la creazione della galleria che oggi possiamo vedere.
La forza di questa soluzione, soprattutto in termini di fattività economica per lo
scarso valore fondiario dell’area, spingerà il Comune di Ferrara ad adottarla, almeno
in parte, nell’ambito della successiva esecuzione dello sventramento di San Romano,
operata negli anni Trenta e Cinquanta del Novecento. Ma con la soluzione adottata,
che si interrompe su via Vaspergolo (salvando fortunatamente palazzo Macchiavelli-
Dalle Frutta) senza sfociare in via Carlo Mayr e piazza Travaglio, si è concretizzata la
sconfitta dell’intervento stesso che ha trasformato un retro, un tempo privato, in uno
spazio pubblico secondario e dimenticato, dove il potenziale edilizio che si andava
cercando non ha potuto concretizzarsi. Una mancata riuscita che condiziona ancora
oggi i retri dei palazzi su corso Porta Reno e la galleria dell’ex palazzo del Tribunale,
una piazza coperta modernista che non ha mai raggiunto i livelli di frequentazione e
vivacità commerciale sperati.
Il grande lotto di San Romano era, inoltre, interessato, all’epoca della progetta-
zione di Contini, da una serie di immobili tutelati. In particolare sette case a schiera
su portico in via San Romano, sottoposte a tutela nel corso della seconda metà del
1911, quindi prima dell’avvio degli studi. Altri undici, tra case a schiera e palazzetti,
erano posti in via Porta Reno, e furono tutelati in gran parte nel 1917. Probabilmente
sono questi monumenti, già segnalati e individuati dalla Soprintendenza, a ispirare
quella necessità di conservare i due assi viari, sfondando le proprietà nel centro de-
bole del lotto.
3.2. La nuova piazza del Mercato
Profondo assertore, come abbiamo visto, della necessità di istituire luoghi di
commercio più appetibili e in grado di rivitalizzare aree cittadine più deboli, Contini
propone la formazione di un’ampia piazza del Mercato nella zona terminale dello
sventramento di San Romano [Fig. 5]. La piazza è ottenuta dalla demolizione di un
intero quadrante di abitazioni comprese tra via Ripagrande, via Vaspergolo e vico-
lo del Carbone, così da ripulire tratti di via delle Volte e di via Ragno «mantenute
purtroppo in funzione da una serie di cadenti malsani fabbricati, contro cui l’unica
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