Di Ferrara ma non a Ferrara. I rapporti tra i nuclei ebraici del Polesine di Rovigo e gli ebrei di Ferrara
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La pregnanza delle relazioni che si svolgevano nel contesto di un gruppo
significativo e organizzato non solo dal punto di vista economico, ma anche dal
punto di vista cultuale, sociale e culturale, potrebbe aver influenzato anche la
qualità delle esigenze documentarie del gruppo. Se fra la documentazione (latina)
ferrarese si trovano molti atti relativi a vertenze ereditarie, a cessioni economiche
complesse, nel quali sovente vengono citate le scritture ebraiche che vengono poi
fissate anche in forma notarile latina, forse questo non è solo l’esito di vicende
conservative, ma è anche il risultato della presenza di rabbini e giuristi che di
fronte alle situazioni più complicate erano chiamati ad esprimere un parere diri-
mente.
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I fabbricati posti in contrada San Clemente hanno punti di tangenza con i sog-
getti interessati ai banchi polesani in più occasioni: si tratta di un filo conduttore
che, proprio per la lunga durata e la rilevanza della documentazione interessata,
offre un accesso non episodico ad un contesto complesso quale quello ferrarese.
2.1. Ser Angelo e la sua famiglia
Il primo proprietario del complesso immobiliare fu, come è noto, ser Angelo
del fu Manuele da Rimini, conduttore del banco di San Clemente o dei Sabbioni
(e di Badia, nel Polesine), che nel 1407 ottenne dal marchese la concessione per
l’acquisto dei due edifici.
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La sua vita ferrarese si rivela ben radicata; ma oltre
la capitale, la documentazione notarile mostra come continuassero i contatti con
l’originaria zona romagnola e come gli interessi di ser Angelo e dei suoi consan-
guinei fossero estesi anche a Bologna e poi in altre zone emiliane. Per meglio co-
noscere le sue vicende occorre fare un passo indietro nel tempo di una quindicina
d’anni.
14
Sull’argomento dei tribunali rabbinici e delle magistrature ebraiche: S
HLOMO
S
IMONSOHN
,
La condizione giuridica degli ebrei nell’Italia centrale e settentrionale (secoli XII-XVI)
, in
Storia
d’Italia
, Annali 11,
Gli ebrei in Italia
, I, cit., pp. 95-120 (pp. 116-120). D
ANIEL
C
ARPI
,
Di alcuni
personaggi che presero parte alla vita culturale e religiosa della collettività ebraica di Padova tra
la fine del ’300 e l’inizio del ’500
, in I
DEM
,
L’individuo e la collettività. Saggi di storia degli ebrei
a Padova e nel Veneto nell’età del Rinascimento
, Olschki, Firenze 2002, pp. 159-192. V. C
OLORNI
,
Le magistrature maggiori della comunità ebraica di Mantova (sec. XV-XIX)
, in I
DEM
,
Judaica
Minora
, cit., pp. 257-327.
15
A. F
RANCESCHINI
,
op. cit.
, doc. 148 (28 dicembre 1407). Si noti che la concessione di acqui-
sto era correlata a quella di concessione della cittadinanza ferrarese, tanto da retrodatare la data di
validità della seconda dal momento dell’entrata in possesso degli immobili di cui alla prima. Sul
tema della cittadinanza degli ebrei si veda, anche per ulteriore bibliografia, il recente lavoro di A.
T
OAFF
, «Comuni italiani e cittadini ebrei nel tardo Medioevo», in
Cheiron. Materiali e strumenti di
aggiornamento storiografico
, 57-58, 2013,
Gli ebrei nell’Italia centro settentrionale fra tardo Me-
dioevo ed età moderna (secoli XV-XVIII)
a cura di M. Romani – E. Traniello, pp. 29-45. R
ACHELE
S
CURO
,
Il credito gestito dai non-cittadini: i banchieri ebrei a Vicenza e Bassano nel Quattrocento
,
in
Identità cittadina e comportamenti socio-economici tra Medioevo ed Età moderna
, a cura di P.
Prodi – M. G. Muzzarelli – S. Simonetta, Clueb, Bologna 2007, pp. 53-72. Per riflessioni relative
non solo agli ebrei: R
EINHOLD
C. M
UELLER
,
Immigrazione e cittadinanza nella Venezia medievale
,
Viella, Roma 2010.
Ebrei a Ferrara 1.indd 43
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