Ebrei a Ferrara. Ebrei di Ferrara. Aspetti culturali, economici e sociali della presenza ebraica a Ferrara (secc. XIII-XX) - page 48

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Elisabetta Traniello
ne – nella documentazione ferrarese reperita da Franceschini – un
unicum
che, con
ulteriori indagini che in questa sede non vi è modo di condurre, potrebbe aprire al-
tre finestre su questo ebreo di Ferrara. Pur constatando questa insolita frequenza di
contatti con autorità religiose cristiane, prima di trarne conclusioni, occorre tuttavia
osservare che potrebbe anche trattarsi di un effetto deformante delle fonti: molte si
conservano in un fascicolo del notaio Pietro Lardi intitolato «Licenze vescovili»
37
.
Altre autorizzazioni, magari rilasciate con analoga frequenza, potrebbero essere
andate perdute o trovarsi in simili fascicoli in sedi archivistiche diverse (civili o
ecclesiastiche) non ancora esplorate. Allo stesso modo, per valutare correttamente il
significato della bolla del 1421 bisognerebbe compiere una ricognizione più ampia
sul ricorrere di simili documenti in quel periodo,
38
che per ragioni di spazio sarà da
rimandare ad altra sede.
Fra maggio 1429 e aprile 1430 Mizolo morì
39
, probabilmente in modo improv-
viso. Tutto lascia intendere che la morte di Mizolo avesse generato un accavallarsi
di obbligazioni economiche da onorare che gettò in seria difficoltà i suoi due figli
maschi, Angelo
junior
e Manuele. Nel 1431 esso resero 430 ducati a Manuele di Sa-
lomone da Fano, che li aveva loro prestati nel 1430 (forse alla morte di Mizolo?)
40
.
La presenza di un certo numero di donne fra gli eredi, implicando l’obbligo di dotare
quelle da marito e di restituire la dote alla vedova, da sola comportava un carico di
almeno 1000 ducati
41
. La difficoltà era evidente anche al banco di Badia, dove pure
vi sarebbero stati utili da riscuotere: nel 1432 il fattore doveva loro 200 ducati, e si
impegnò a pagarli a rate annue di 15 ducati. Nel maggio 1433, Angelo si recò a Ba-
dia, per un secondo rendiconto, che avrebbe dovuto fruttare 150 ducati, ma tre mesi
dopo rinunciò definitivamente al banco, dichiarando di non essere in grado di soste-
37
L’intitolazione del fascicolo è riportata dallo stesso A. F
RANCESCHINI
,
op. cit.
, pp. 128-134,
passim
. Le «Licenze vescovili» aprono spiragli anche su fatti extra-economici: tre di esse riguar-
dano degli ebrei convertiti. Nel 1426 Mizolo ottenne di affidare la figlioletta Gentile ad una balia
cristiana, dato che la madre non poteva allattarla; lo stesso avvenne poco tempo dopo con un’altra
neonata (si vedano i documenti indicati alla nota 35). Sul sistema di scelta e di affidamento dei
bambini alle balie si veda M. G. M
UZZARELLI
,
Nelle mani delle donne. Nutrire, guarire, avvelenare
dal Medioevo a oggi
, Il Mulino, Bologna 2013, pp. 3-45.
38
Si può comunque citare un altro documento emesso dalla cancelleria pontificia che riguarda
Mizolo, ma di natura diversa da quello del 1421. Nel 1419 il papa vietava agli inquisitori e ad altri
ufficiali cristiani di molestare o chiedere denaro a Mizolo a causa del suo divorzio da Dolcetta di
Gaio, ebrea di Ferrara (che con tutta probabilità era la madre di Angelo
junior
). S
HLOMO
S
IMONSOHN
,
The Apostolic See and the Jews. Documents: 1394-1464
, Pontifical Institute of Mediaeval Studies,
Toronto 1989, pp. 681-682, doc. 597 (1 febbraio 1419).
39
L’ultimo documento in cui Mizolo è vivo risale al 30 maggio 1429, il primo in cui risulta
morto è del 1430: E. T
RANIELLO
,
Gli ebrei e le piccole città
, cit., p. 87. A. F
RANCESCHINI
,
op. cit.
,
doc. 382 (27 aprile 1430).
40
Ibidem
, doc. 383 (18 gennaio 1431); il prestito fu reso a due procuratori di Manuele di
Salomone da Fano.
41
La somma è calcolata sommando la dote di 175 ducati che una sentenza arbitrale aveva as-
segnato a ciascuna delle 4 figlie di Mizolo e la dote di 300 ducati di cui Anna di Vitale da Ancona,
la vedova, doveva ricevere dai due figli maschi. Una delle figlie, Flora, ricevette la sua dote nel
1435. Si veda
Ibidem
, doc. 451 (1 ottobre 1443: cita la sentenza del 1432); doc. 419 (21 giugno
1435: la dote di Flora); doc. 421 (14 luglio 1435: Anna nomina un procuratore per esigere dal figlio
Angelo
junior
i 150 ducati che egli le doveva, su 300 di dote totale).
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