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Elisabetta Traniello
Venezia, la condotta continuò ad essere rinnovata con cadenza decennale.
80
Il testo
redatto nel periodo estense fu probabilmente rielaborato da parte delle autorità di
Venezia, cui il Consiglio cittadino sottoponeva i rinnovi. Purtroppo non è possibile
confrontare fra loro i contenuti dei singoli capitoli, poiché le parti di Consiglio
rodigine non riportano il contenuto delle condotte stipulate, nemmeno in forma
sintetica.
81
La famiglia che aveva aperto il primo banco di prestito a Rovigo operò fino
al 1551 nello stesso luogo, abitando la stessa casa in contrada San Bartolomeo.
Lazzaro, Gioachino ed Emanuele, i tre figli di Abramo Finzi continuavano a pos-
sedere la casa che già era stata dei loro avi, nonostante da decenni la legislazione
veneziana vietasse il possesso di immobili agli ebrei.
82
Un documento del 1524
riporta un accordo con il confinante per delle modifiche alla casa che, venendo ad
appoggiarsi al muro dei Finzi, dovevano da costoro essere approvate.
83
Mi sembra
che questo dimostri la piena proprietà della casa, non il semplice diritto d’uso. Tut-
tavia, l’eccezione (se eccezione al quadro normativo veneziano ci fu) era limitata
al caso della residenza; quando invece l’eventuale possesso immobiliare fosse deri-
vato dall’acquisizione di un pegno non riscattato, allora nei contratti si stabilivano
le modalità di alienazione degli immobili che si trovavano nella disponibilità del
prestatore ebreo.
84
Quando nel 1551 il Consiglio cittadino deliberò di stipulare la condotta con un
altro ebreo, che fosse disposto a praticare un tasso più basso, sembra infine che la
politica veneziana fosse riuscita a scalzare un rapporto di lunga durata fra la città e la
famiglia dei suoi prestatori. I tre Finzi probabilmente si orientarono a Ferrara, dove
li si può trovare mentre negoziano circa una società per beni di drapperia e merceria.
85
Ancora a Ferrara, nel 1559 fu saldato il prezzo della casa in contrada San Bartolomeo
di Rovigo, nelle mani di Abramo di Gioachino di Rovigo.
86
L’acquirente è un certo
Mandolino di Consiglio da Venezia: forse il figlio di colui che aveva rilevato il banco
di Rovigo nel 1551.
87
Nelle parole dei Rettori veneziani, che al termine del mandato inviavano alla
dominante una relazione sul proprio operato e sullo stato del territorio loro af-
80
Si veda R
ITA
N
EGRI
,
Notizie per una storia degli ebrei in Rovigo dal XV al XVIII secolo
,
tesi di laurea, Università di Firenze, Facoltà di Lettere e Filosofia, 1976, rel. Prof. M. Ranchetti,
pp. 46-51.
81
Accademia dei Concordi di Rovigo,
Archivio del Comune di Rovigo
, Deliberazioni di Con-
siglio, reg. A, cc. 61r-62v, 13 settembre 1506; cc. 63v-64r, 16 settembre 1506.
Ibidem
, reg. B, cc.
38v, 17 giugno 1518; c. 41v, 3 dicembre 1518; c. 42r, 9 dicembre 1518; cc. 192v-193r, 7 gennaio
1530; c. 199r, 10 luglio 1530.
82
Proprio un loro antenato, Beniamino Finzi, nel 1425 aveva tentato senza successo di resi-
stere all’imposizione di vendita della propria casa a Vicenza: R
ACHELE
S
CURO
, «Reti bancarie, reti
commerciali», cit., pp. 92-93. Nel 1491 era stato ribadito il divieto: R. N
EGRI
,
op. cit
., p. 38.
83
ASRo,
Archivio Notarile
, b. 1496, Cristoforo Vitali, Protocollo I, c. 12, 15 marzo 1524.
84
Ibidem
, b, 1495, Cristoforo Vitali, Protocollo F, 14 ottobre 1521.
Ibidem
, b. 1496, Cristofo-
ro Vitali, Protocollo H, c. 106 e c. 157 (le carte non sono continue a causa della rilegatura che ha
cambiato l’impaginazione originaria), 18 novembre 1523. Ibidem, protocollo I, c. 36, 18 maggio
1524.
85
ASFe,
ANAFe
, matr. 491, Giacomo Minotti, p. 9, n. 174, 20 ottobre 1545 (due atti).
86
Ibidem
, matr. 534, Andrea Coccapani, p. 9, fascicolo 1559, 1 maggio 1559.
87
R. N
EGRI
,
op. cit
., p. 60.
Ebrei a Ferrara 1.indd 56
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