Ebrei a Ferrara. Ebrei di Ferrara. Aspetti culturali, economici e sociali della presenza ebraica a Ferrara (secc. XIII-XX) - page 55

Di Ferrara ma non a Ferrara. I rapporti tra i nuclei ebraici del Polesine di Rovigo e gli ebrei di Ferrara
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marito di Bellaviola, Leone Norsa, infatti, pur avendo origini mantovane, tendeva a
gravitare su Ferrara.
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Il ventaglio di personaggi e di situazioni qui presentati mostra come il ramo
della famiglia Finzi che aveva stabilito la sua residenza in Polesine, luogo dal qua-
le ha preso avvio questo studio, grazie all’ampia politica matrimoniale praticata,
fu ben lontano dal rimanere confinato nella dimensione periferica, ma ebbe invece
parte assai attiva delle dinamiche di
network
nei territori estensi, che interessava-
no le città di Ferrara e Modena – più scarsamente Reggio – e la costellazione di
banchi nei piccoli centri. Ancora una volta, tuttavia, gli affari non avevano confini,
e i nodi della rete in cui erano direttamente implicati dei polesani si allargavano
anche a Bologna e a Vicenza (per tacer di Padova, una delle prime città raggiunte
dal capostipite Musetto).
Nelle ricostruzioni delle maglie di una rete di relazione ha certo un forte peso il
prisma deformante della geografia delle fonti, per cui le narrazioni degli eventi che
coinvolgevano i medesimi soggetti, quando basate su documentazione prodotta e
conservata in più archivi cittadini, tendono a presentare come ‘cuore’ del
network
il
luogo da cui scaturiscono le notizie. In questa sede si è proposto un punto di vista:
quello di un osservatore che passeggiava a Ferrara in contrada San Clemente, lungo
la via dei Sabbioni, proprio vicino al banco di prestito e alla sinagoga. Questi edifici,
le cui vicende hanno fatto da guida alla ricostruzione dei
network
familiari che vi
furono coinvolti, conobbero ancora successivi passaggi di proprietà, finché ser Mele
da Roma non riuscì ad acquisirla completamente e a donarla alla comunità perché vi
trovasse un suo stabile riferimento.
3. Tra Medioevo ed Età moderna: di Ferrara e di Venezia
Per concludere, traccerò solo qualche pennellata oltre l’età estense: giusto una
breve suggestione per un’ipotesi, e cioè che l’appartenenza al ducato di Ferrara
possa aver determinato un certo tono della relazione fra gli ebrei e il centro urbano
che li ospitava. La storiografia sulla presenza degli ebrei nella Terraferma veneziana
in età cinquecentesca riferisce la generale tendenza alla contrazione della presenza
ebraica nelle città, alla decadenza dei banchi di prestito, soppiantati da soluzioni
diverse al problema creditizio: ma proprio Rovigo viene portata come possibile ec-
cezione al fenomeno generalmente osservabile.
79
Anche dopo che il Polesine di Rovigo entrò a far parte della Repubblica di
come marito di Bellaviola. A. F
RANCESCHINI
,
op. cit
., doc. 574 (5 agosto 1454); S
HLOMO
S
IMONSOHN
,
History of the Jews in the Duchy of Mantua
, Kiryath Sepher LTD, Jerusalem 1977. P. N
ORSA
,
op.
cit
., pp. 18-19 e p. 39.
78
Questo personaggio sfiora anche il banco di Badia Polesine, dato che nel 1473 rilevò la
titolarità della condotta (con effetto dal successivo 1478), anche se nei fatti tutto indica che gli
affari materiali di Badia siano rimasti in gestione ai prestatori tedeschi. E. T
RANIELLO
,
Gli ebrei e
le piccole città
, cit., pp. 206-208.
79
C
ECIL
R
OTH
,
Gli ebrei in Venezia
, Paolo Cremonese Editore, Roma 1933, pp. 309-310 e
pp. 316-318. P
IER
C
ESARE
I
OLY
Z
ORATTINI
,
Gli insediamenti ebraici nel Friuli veneto
, in
Gli ebrei
e Venezia. Secoli XIV-XVIII
, a cura di G. Cozzi, Edizioni di Comunità, Milano 1987, pp. 261-280
(p. 263).
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