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Francesca Mattei
edifici civili ornati da iscrizioni, con l’obiettivo di ricostruire una sorta di genealo-
gia. Nonostante ognuno dei casi che menzioneremo appartenga ad ambiti culturali
diversi, i committenti di queste fabbriche sono talvolta in contatto tra loro e, pertanto,
risulta interessante ragionare scegliendo il terreno della comparazione.
11
Nella città
estense, oltre agli esempi finora menzionati, va ricordata la casa di Ludovico Ariosto
con la celebre iscrizione «Parva sed apta mihi sed nulli obnoxia, sed non sordida,
parta meo sed tamen aere domus».
12
La presenza di epigrafi sull’architettura non
costituisce un fenomeno esclusivamente ferrarese. In un arco di tempo prossimo alla
realizzazione di questi edifici, diversi altri palazzi esibiscono iscrizioni che celebra-
no la cultura dei committenti, un fatto che procede in associazione con la rinascita
dell’architettura all’antica. Si può menzionare il palazzo forse appartenuto alla fami-
glia Castani a Milano: il portale – unico elemento quattrocentesco sopravvissuto alle
modifiche apportate nei secolo successivi – si configura come un arco inquadrato
dall’ordine ed è caratterizzato da medaglioni con i profili di Nerva e Traiano, accom-
pagnati dalle iscrizioni greche e latine:
ΑΓΑΘΗ ΤΥΧΗ
e E
LEGANTIAE
P
UBLICAE
/
C
OMMODITATI
PRIVATAE
.
13
Vanno poi annoverate alcune fabbriche veneziane e vicen-
tine: il quattrocentesco palazzo Loredan, con epigrafi tratte dal salmo 13,
14
palazzo
Grimani a Santa Maria Formosa
15
e villa Trissino a Cricoli, le cui iscrizioni in latino
e greco sono state distrutte durante i restauri ottocenteschi.
16
A palazzo Bocchi a Bologna viene citato un versetto del salmo 120 apposto
sulla facciata – «O signore libera l’anima mia dalle labbra menzognere e dalla lin-
gua malefica»
17
– ed è importante sottolineare che esso costituisce, per quanto so,
11
F. M
ATTEI
,
Eterodossia e vitruvianesimo
, cit., pp. 213-224.
12
F
ERNANDO
V
ISSER
, «La casa di Ludovico Ariosto in contrada del Mirasole», in
Musei ferra-
resi
, 1, 1971, pp.81-91.
13
F
RANCESCO
R
EPISHTI
- A
NTONIO
B
ATTAGLIA
, «Fra Giocondo, Giano Lascaris e lo studio di
Vitruvio a Milano», in
Vitruvio nella cultura architettonica antica, medievale e moderna
, atti del
Convegno internazionale, (Genova, 5-8 novembre 2001), a cura di G. Ciotta, De Ferrari, Genova
2003, vol. II, pp. 414-421, qui p. 416, con ulteriori esempi. F
RANCESCA
M
ATTEI
- F
RANCESCA
S
ALA
-
TIN
,
Lezioni vitruviane. Guillame Budè e Giano Lascaris
, in «Scholion», 8 (2014), in c.d.s.
14
«Non nobis, Domine, non nobis, sed nomini tuo da gloriam». Su palazzo Loredan: R
OBERTA
M
ARTINIS
, «Cà Loredan Vendramin Calergi a Venezia: Mauro Codussi e il palazzo di Andrea Lore-
dan», in
Annali di architettura
, 10-11, 1998-1999, pp. 43-61.
15
«Genio Urbis Aug[ustae] Usuiq[ue] Amicorum». Su palazzo Grimani:
Palazzo Grimani a
Santa Maria Formosa
, a cura di A. Bristot, Scripta, Verona 2008.
16
«παν τοζητουμενον αλωτον» e «Genio et Studis/ otio et Musis/ Virtuti et Quieti». Su villa
Trissino e sulle iscrizioni: M
ANUELA
M
ORRESI
, «Giangiorgio Trissino, Sebastiano Serlio e la villa di
Cricoli: ipotesi per una revisione attributiva», in
Annali di Architettura
, 6, 1994, pp. 116-134. Sulle
iscrizioni: L
IONELLO
P
UPPI
, «Un letterato in villa: Giangiorgio Trissino a Cricoli», in
Arte veneta
,
XXV, 1971, p. 75.
17
Oltre a questa, sul palazzo compare un brano tratto dall’epistola 1, 59-61 di Orazio – «Sarai
re dicono, se agirai rettamente» che prosegue nella facciata laterale «sia questo come un muro di
bronzo: di nulla ti rimorda la coscienza e che di nessuna colpa tu debba impallidire». Un elenco
di opere d’arte contenenti scritte in ebraico è stato redatto da Gad Sarfatti che conteggia 97 opere
italiane: G
AD
B. S
ARFATTI
, «Hebrew script in Western visual arts», in
Italia. Studi e ricerche sulla
storia, la cultura e la letteratura degli ebrei d’Italia
, 13-14, 2001. I
DEM
, «Hebrew script in west-
ern visual arts. Addenda», in
Italia. Studi e ricerche sulla storia, la cultura e la letteratura degli
ebrei d’Italia
, 16, 2004, pp. 135-156. Si veda anche M
ARIA
L
UISA
M
AYER
M
ODENA
, «Scritte in
ebraico nelle opere d’arte italiane: perché? Per chi?», in
Annali della Facoltà di Lettere d Filosofia
Ebrei a Ferrara 1.indd 64
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