«Tribus linguis alloquitir ingradientum». Ebraismo e architettura parlante a Ferrara nel Cinquecento
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possiamo assumere a caso esemplare la
Disputa di Gesù
(1520-1525) conservata
allo Staatliche Museum di Berlino, la cui committenza rimane ignota [Fig. 4]. In
un portale sorretto da colonne tortili, troneggia un’epigrafe in caratteri semitici che
recita «Il tempio che Salomone ha costruito per il Signore», citazione del libro dei
Re ed esplicito riferimento alla realizzazione del tempio di Gerusalemme. La stessa
frase viene riproposta in altri dipinti dedicati al medesimo soggetto, cioè la disputa
al tempio. Il capostipite di questa serie, realizzato nel 1519-1520, è il quadro con-
servato alla galleria Doria Pamphilj di Roma ed è commissionato probabilmente
da Sigismondo d’Este, fratello di Ercole I. [Fig. 5].
31
L’uso di caratteri semitici
compare anche in un quarto quadro che raffigura la disputa al tempio, dipinto nel
1524 e conservato al Bode Museum di Berlino. Iscrizioni in ebraico sono anche
in
Ecce homo
(1524-1525)
,
al Musée Condé di Chantilly, o in
La Vergine in trono
col Bambino e i Santi Andrea e Pietro
(1522-1524), al Museo Civico di Cremona.
32
L’uso consapevole di tali citazioni nei quadri di Mazzolino – come nella facciata
di palazzo Contughi – solleva alcune domande sulla disponibilità di queste fonti
in ambito ferrarese e sui personaggi che dominavano tale cultura, interrogativi che
cercheremo di sciogliere nel prosieguo del discorso.
Torniamo alla
Disputa al tempio
e soffermiamoci sull’architettura. Le due va-
rianti della galleria Doria Pamphilj e dello Staatliche Museum sono contraddistinte
da un apparato architettonico affine –un baldacchino sorretto da colonne tortili – che
Giulio Busi ha messo in relazione alla struttura della
sukkah.
33
A prescindere dalla
plausibile scelta di una cornice che rimandi all’ambito cui afferisce l’iconografia del
dipinto, la colonna tortile evoca anche altre suggestioni. Com’è noto, la fortuna della
colonna tortile è legata alla storia del San Pietro paleocristiano che, secondo quanto
rappresenta Raffaello Sanzio, ospitava sei colonne così conformate, una ricostru-
zione confermata anche dai più recenti studi archeologici.
34
Secondo Stefania Tuzi,
che ha ripercorso genesi e sviluppo di questo specifico tipo di colonna, si possono
individuare tre varianti ascrivibili alla medesima categoria: colonne con fusto cilin-
drico e decorazione a spirale, colonne con fusto decorato per mezzo tralci di piante
e colonne con fusto tortile.
35
Dopo Raffaello, l’uso della colonna tortile si tramanda
zolino’s Paintings
, in
Jewish Studies at the Turn of the Twentieth Century; Proceedings of the 6th
EAJS Congress
, Toledo, July 1998, a cura di J. Targarona Borrás - A. Sáenz-Badillos, Brill, Leiden
1999, pp. 133-145. Si veda anche: M. L. M
AYER
M
ODENA
,
op. cit
., p. 113.
31
Lo stesso soggetto compare anche in un quadro omonimo alla National Gallery.
32
Il quadro
La Vergine in trono col Bambino e i Santi Andrea e Pietro
è stato oggetto di recen-
ti restauri conclusi nel dicembre 2012. A
DA
M
ASOERO
, «A Cremona Mazzolino dopo 30 anni», in
Il
Giornale dell’Arte, 327, gennaio 2013
.
33
L’ipotesi della
sukkah
è in: G. B
USI
,
op. cit
., p. 93.
34
Stefania Tuzi ha infatti ipotizzato che la struttura architettonica rappresentata da Mazzolino
rimandasse al ciborio petrino: S
TEFANIA
T
UZI
,
Le Colonne e il Tempio di Salomone. La storia, la leg-
genda, la fortuna
, Gangemi, Roma 2002, p. 160. Per i primi studi archeologici dedicati alle colon-
ne di San Pietro rimando a: J
OHN
B. W
ARD
P
ERKINS
, «The Shrine of St. Peter and Its Twelve Spiral
Columns», in
The Journal of Roman Studies
, vol. 42, 1952, pp. 21-33. Sulla colonna tortile e sulla
sua fortuna: S. T
UZI
,
op. cit
. Sulla presenza della colonna tortile come ordine architettonico nella
trattatistica d’architettura: H
UBERTUS
G
ÜNTHER
, «Die Salomonische Säulenordnung. Eine unkon-
ventionelle Erfindung und ihre historischen Umstände», in
RIHA Journal
, 15, 12 January 2011, s.p.
35
Rimando a S. T
UZI
,
op. cit
., per una trattazione ampia e approfondita della fortuna di questo
elemento nell’arte e nell’architettura.
Ebrei a Ferrara 1.indd 67
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