54
Elisabetta Traniello
che abbiamo appena descritto.
71
Si tratta di un elemento ulteriore che segnala in
primo luogo la permanenza del legame fiduciario fra fratelli (e sorelle) Finzi, ma
anche un certo grado di autorevolezza di questi personaggi in un più ampio contesto
relazionale.
V’è un’ultima finestra da aprire, a proposito delle figlie di Dattilo da Modena
e Consola Finzi: Bellaviola e Gentile. Nel 1472 quest’ultima contrasse matrimonio
con il giovane Davide di Iosep di Musetto da Bologna,
72
i cui interessi ferraresi
riconducono strettamente al destino delle case dei Sabbioni dalle quali aveva preso
l’avvio la ricostruzione del
network
che chiameremo «da Modena-Finzi», ma che in
realtà è anche più allargato. Fra il 1467 e il 1469 le case, che come si ricorderà, dal
1448 erano possedute in varie quote dai fratelli «di Vitale da Modena» e dai Finzi,
conobbero un nuovo cambio di proprietà: le acquisì Bonaiuto di Elia da Monselice,
il quale agiva in nome di Samuele e Ventura di Musetto da Bologna, e dei loro nipoti
Davide ed Isac
73
, figli di un premorto Iosep di Musetto da Bologna.
74
Il passo che
separa questi acquirenti dai precedenti proprietari delle case è davvero breve: si tratta
dei figli di Musetto di Ventura da Bologna, il secondo marito di Rosa Finzi; anzi,
Samuele e Ventura erano proprio nati da questo matrimonio. A Bologna, il gruppo
familiare gestiva il banco «de Porta», in cappella San Marco, oltre a partecipare a
diversi banchi nel contado.
75
Fino all’inizio del 1476 Davide prese parte alla società
di conduzione del banco dei Sabbioni di Ferrara, dove probabilmente risiedeva o sog-
giornava frequentemente; nel marzo 1476 cedette la propria partecipazione e spostò
la sua attività al banco «de Porta» di Bologna.
76
Sposando Gentile di Dattilo da Modena e di Consola Finzi da Rovigo, Davide
di Iosep da Bologna creava un ulteriore legame all’interno di questo saldissimo
network
.
In quell’occasione, i diritti delle due sorelle sul banco di Modena furono
venduti al cugino Angelo di Daniele, che ne continuava la conduzione. La scelta fu
esplicitamente motivata con una maggior convenienza all’investimento dei propri
capitali a Ferrara: dove ormai si erano spostati gli interessi di entrambe.
77
Anche il
71
A. F
RANCESCHINI
,
op. cit
., doc. 841 (14 febbraio 1471), doc. 876 (17 maggio 1474), doc.
1007 (24 maggio 1480), doc. 1008 (26 maggio 1480); si vedano inoltre i documenti riferiti ai pas-
saggi ereditari dei «da Modena» già citati.
72
Fino al 1477 Davide è sempre detto minore di 25 anni, nel 1480 è maggiorenne.
73
Bonaiuto era loro «congiunto prossimo»:
Ibidem
, doc. 833 (22 settembre 1470).
74
Isac era nato dal primo matrimonio di Iosep, David era figlio di Allegrezza di Abramo da
Padova (o Beniamino di Angelo da Padova, come riferito da un documento ferrarese). A. C
AM
-
PANINI
,
Quod possit fenerari…
Banchi, prestatori ebrei e comunità rurali del contado bolognese
nella seconda metà del XV secolo
, in
Banchi ebraici a Bologna
, cit., pp. 159-199 (pp. 175-176). A.
F
RANCESCHINI
,
op. cit
., doc. 907 (4 marzo 1476).
75
Per le attività bolognesi: M. G. M
UZZARELLI
,
I banchieri ebrei e la città
, cit., pp. 142-148;
le località comitatine sono approfondite da A. C
AMPANINI
,
Quod possit fenerari
…, cit., pp. 170-
178.
76
A. F
RANCESCHINI
,
op. cit
., doc. 863 (20 maggio 1473); doc. 907 (4 marzo 1476).
77
Come si ricorderà, Bellaviola aveva sposato Leone di Emanuele Norsa il quale nel 1454
era socio al banco della Ripa di Ferrara, ma fino al 1465 nella documentazione risulta residente a
Mantova, per poi avvicinarsi progressivamente a Ferrara. La sua figura rimane un po’ sfuggente:
negli studi dedicati a Mantova compare solo in modo marginale, e anche la monografia dedicata
alla famiglia lo cita senza molti dettagli. Nella documentazione raccolta da Franceschini egli è cita-
to per lo più nei documenti legati alle transazioni della casa dei Sabbioni, nelle quali era coinvolto
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