Ebrei a Ferrara. Ebrei di Ferrara. Aspetti culturali, economici e sociali della presenza ebraica a Ferrara (secc. XIII-XX) - page 34

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Michele Luzzati
protezione, insieme con suo figlio Abramo, suo genero Manuele di Angelo e suo
nipote, Mosé di Abramo da Terracina.
49
7. A partire dalla metà degli anni ’50 del Quattrocento non si hanno più tracce
di una stabile residenza di Buonaventura a Ferrara: con ogni probabilità egli riprese
la via della Toscana, dove, fra l’altro era socio, con il figlio Abramo, del banco di
Pistoia fin dal 3 agosto 1450.
Ciò nonostante, Buonaventura continuò saltuariamente a frequentare le aree
transappenniniche.
Il 5 maggio 1457 egli subì una condanna a Firenze come corresponsabile dell’uc-
cisione di un ebreo avvenuta in territorio ferrarese: il da Terracina, «faciente il pre-
sto in Prato», sarebbe stato mandante dell’omicidio insieme con il banchiere pisano
Isacco di Emanuele da Rimini, il padre di Vitale, e fu condannato ad una multa di
200 fiorini, quasi irrisoria a fronte dei 7800 fiorini che doveva pagare il da Rimini
vel
da Pisa.
L’11 gennaio 1465, con atto steso a Firenze, Buonaventura, detto residente a
Prato, fu creato procuratore da Davide di Dattilo da Tivoli, genero del grande ban-
chiere pisano Vitale di Isacco da Pisa, per questioni legate alla gestione del banco
dell’Abaco di Bologna.
Infine, il 19 ottobre 1467 Buonaventura, con suo figlio Abramo (entrambi detti
da Prato) e suo fratello Sabato (detto da Pistoia) risultavano debitori dello stesso
Davide di Dattilo da Tivoli.
50
Ricerche da condursi soprattutto negli archivi toscani consentiranno forse di se-
guire più da vicino le sue vicende biografiche, probabilmente legate, soprattutto, alla
professione medica: ciò che è certo è che, ormai in età decisamente avanzata, egli
ottenne la laurea dottorale in medicina, conferitagli da Judah messer Leon a Firenze
il 13 febbraio 1472.
51
Quanto al Mosé del fu Abramo di Buonaventura da Prato
vel
da Terracina, nipote
ex fratre
di Buonaventura di Buonaventura, egli si trovava nella città estense, pro-
babilmente a fianco dello zio, già il primo aprile del 1446, quando saldava un debito
privato.
52
Mosé da Terracina è poi attestato in città l’11 novembre 1446,
53
e nella
49
Ibidem
, n. 566, p. 216, dell’11 febbraio 1454.
50
Per l’atto del 3 agosto 1450: ASFi,
Capitoli
, Appendice, n. 29, c. 63r. Per la condanna del
5 maggio 1457: M. L
UZZATI
,
Introduzione al Congresso
, in
Ebrei e Cristiani nell’Italia medievale
e moderna: conversioni, scambi, contrasti. Atti del VI Congresso internazionale dell’AISG, San
Miniato, 4-6 novembre l986
, a cura di M. Luzzati – M. Olivari – A. Veronese, Carucci, Roma 1988,
pp. 14-15. U. C
ASSUTO
,
op. cit.
, pp. 200-201. I
DEM
, «Sulla famiglia da Pisa»,
Rivista israelitica
,
VI (1909), pp. 27-28 e
Ivi
, VII (1910), pp. 79-81. Per l’atto dell’11 gennaio 1465: ASFi, NA, n.
16825, già P 350, 1458-1464, ser Pietro di Antonio da Vinci, c. 407r. Per l’atto del 19 ottobre 1467:
ASFi, NA, n. 16826, già P 350, 1465-1467, ser Piero di Antonio da Vinci, c. 8r di un fascicolo di
carte sciolte.
51
M. L
UZZATI
,
Dottorati in medicina conferiti a Firenze nel 1472 da Judah Messer Leon da
Montecchio a Bonaventura da Terracina e ad Abramo da Montalcino
, in
Medicina e salute nelle
Marche dal Rinascimento all’età napoleonica (parte prima). Atti del Convegno, Ancona- Recanati,
28-29-30 maggio 1992
[= Atti e Memorie della Deputazione di Storia Patria per le Marche, 97
(1992)], Deputazione di Storia Patria per le Marche, Ancona 1994, pp. 41-53.
52
A. F
RANCESCHINI
,
op. cit.,
n. 471, p. 173.
53
Ibidem
, n. 480, p. 175.
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