32
Michele Luzzati
Buonaventura affiancò suo padre anche l’8 luglio 1444, in occasione di una già
citata autorizzazione a ricevere denaro a mutuo
31
e il 21 ottobre 1445 per una loca-
zione di casa.
32
Rappresentò inoltre il padre il 4 gennaio 1445 in occasione di una quietanza
33
e,
in quanto ‘governatore’ del banco della Ripa, in via Grande, in occasione di un’altra
quietanza, nell’agosto dello stesso 1445.
34
Vi è da presumere che in tutte queste circostanze il titolare del Banco, Buonaven-
tura di Salomone, fosse assente da Ferrara, con la conseguenza che suo figlio finiva
per rivestire, nell’ambito del nucleo ebraico ferrarese, un ruolo di spicco.
6. Quando venne a morte il padre, fra 1445 e 1446, Buonaventura aveva già
provveduto a coinvolgere nelle sue attività di prestatore altri membri della sua fami-
glia. Sappiamo infatti che «ser» Buonaventura di Buonaventura fin dal 10 settembre
1444, con atto rogato da un notaio pistoiese, aveva donato a Mosé, Buonaventura e
Sabato, figli di un altro dei suoi fratelli, o fratellastri, il già defunto Abramo di Buo-
naventura di Salomone, i beni e i diritti che gli competevano sul banco della Ripa e
sul banco di Pistoia.
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Anche in conseguenza di questa donazione ad assumere un ruolo di rilievo nel
banco ferrarese della Ripa fu Mosé di Abramo di Buonaventura, come emerge dagli
accordi societari privati sottoscritti a Ferrara il 7 maggio 1447 proprio per il banco
della Ripa.
36
La società aveva avuto inizio il precedente 22 marzo e i tre soci erano Buona-
ventura del fu Buonaventura di Salomone da Terracina, abitante a Ferrara, Mosé,
figlio del già defunto Abramo di Buonaventura di Salomone, e quindi nipote
ex
fratre
di Buonaventura di Buonaventura, e Salomone del fu Manuele da Norcia o
Norsa. Il vincolo societario era destinato a durare sette anni, ma il Norsa, che sa-
rebbe stato l’amministratore del banco, sarebbe uscito dalla società se, dopo quattro
anni, Mosé, eletto cassiere, avesse voluto, e potuto, sostituirsi a lui nel ruolo di
amministratore.
Buonaventura del fu Buonaventura, che abitava sempre nella contrada di San
Paolo il 10 dicembre 1447,
37
sembra non esser stato particolarmente attivo nella
società,
38
sia, forse, perché dedito prevalentemente alla professione medica, sia per-
ché si avventurò in nuove imprese.
Fin dal maggio del 1447 aveva infatti rilevato da suo nipote Mosé tutti i di-
ritti che quest’ultimo vantava sul banco di Lazise, sul lago di Garda e in diocesi
donne e capitali ebraici nell’Italia del Quattrocento: un esempio toscano-cremonese
,
in
Gli ebrei a
Cremona. Storia di una comunità fra Medioevo e Rinascimento
, a cura di G. B. Magnoli, Giuntina,
Firenze 2002, pp. 38-39.
31
A. F
RANCESCHINI
,
op. cit.,
n. 457bis, p. 168.
32
Ibidem
, n. 468, p. 172.
33
Ibidem
, n. 460, p. 160.
34
Ibidem
, n. 465, pp. 170-171.
35
Ibidem
, n. 483c, p. 177.
36
Ibidem
, n. 483a, p. 176.
37
Ibidem
, n. 493, p. 180.
38
Ibidem
, n. 496, pp. 180-181, del 12 marzo 1448.
Ebrei a Ferrara 1.indd 32
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