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Laura Graziani Secchieri
Quella che può sembrare aneddotica, in realtà è la ricostruzione di una personalità
complessa, attraverso tessere come in un puzzle. Al momento della laurea in Lettere,
a Matilde è stata negata la lode in quanto ebrea; in quell’epoca era in stretti rappor-
ti con Concetto Marchesi, Norberto Bobbio e Francesco Viviani: a loro – ai quali
attribuiva la propria apertura mentale – portava materiale antifascista clandestino.
La notte dell’11 giugno 1943, Matilde è stata arrestata per aver affisso, la sera pre-
cedente, manifestini nell’anniversario dell’uccisione del deputato socialista
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Gia-
como Matteotti, insieme a compagni fra cui la triestina Laura Weiss. Nell’intervista
concessa a Enzo Biagi
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, la linearità e la coerenza del pensiero di Matilde Bassani si
svelano insieme alla sua matrice culturale religiosa:
La persecuzione di stato […] dal punto di vista emotivo è stato un momento in cui è
scattata proprio quella libertà che è il fondamento del pensiero ebraico […], il senso che
l’Ebraismo portava sì a delle persecuzioni ma nel contempo non massificava la gente:
dire la parola ‘gli ebrei’, ‘i cattolici’ è togliere quella sacralità dell’individuo che non è
ammesso nella nostra religione. Una delle cose, specifiche del pensiero ebraico di cui
sono più orgogliosa, è quella di amare la libertà, rispettare l’altro, sentire l’altro.
La conclusione del convegno è stata lasciata alla testimone immateriale di una
cultura secolare: la musica di autori ebrei fra cui il ferrarese Vittore Veneziani, che è
stata eseguita dall’Accademia Corale
Vittore Veneziani
, diretta dal maestro Giordano
Tugnoli.
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