Ebrei a Ferrara. Ebrei di Ferrara. Aspetti culturali, economici e sociali della presenza ebraica a Ferrara (secc. XIII-XX) - page 19

Introduzione agli ATTI
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dal
Ramhal
, Ferrara ha mantenuto in via ufficiale una posizione defilata. Il saggio di
rav Caro prosegue definendo i fattori che inducono a ritenere che il Rabbinato ferrarese
non convenisse in pieno con le posizioni assunte da quello veneziano.
Sulla scorta di fonti d’archivio inedite, Andrea Faoro ha affrontato un affondo ri-
costruttivo delle origini della Casa dei catecumeni di Ferrara: lo storico ne ha fissato
al 1572 la fondazione – con una notevole retrodatazione rispetto a quanto riportato
negli invero pochi cenni sul tema già pubblicati – attribuendo la paternità di questa
prima iniziativa alla confraternita di Santa Maria Bianca o dei Battuti Neri. Aggre-
gata dal 1563 all’arciconfraternita romana di Santa Maria dell’Orazione e Morte,
ne aveva assunto la titolatura e adottato la pratica delle ‘Quarantore’: ipotizzando
che questo culto eucaristico dalle finalità conversionistiche abbia suggerito ai sodali
ferraresi il programma per la realizzazione di uno spazio riservato ai catecumeni, A.
Faoro ha sottolineato come la relativa documentazione sia serbata nel fondo archivi-
stico della Casa dei catecumeni e non della Compagnia dei Battuti Neri. Questa cir-
costanza permette di supporre anche che tale progetto potesse essere sostenuto solo
da alcuni dei confratelli: a questo proposito, lo storico ha sottolineato che – almeno
– uno degli «ordinarii» della confraternita nel 1572 è divenuto poi uno dei gestori
della Casa dei catecumeni dimostrando una continuità da non trascurare. Faoro ha
quindi posto l’attenzione sui sistemi di organizzazione interna dell’istituto – preposto
alla conversione degli ebrei e di tutti gli appartenenti a religioni diverse da quella
cattolica – e sulla loro evoluzione, in quanto le trasformazioni di tali strutture sono
indicatori significativi delle mutazioni, avvenute nel corso del tempo, dell’atteggia-
mento verso l’ente da parte dei gruppi dirigenti della città.
Attraverso l’analisi della busta:
Miscellanea di carte politiche o riservate
, con-
servata presso l’Archivio di Stato di Roma, rav Andrea Yaakov Lattes ha presentato
la vertenza tra la Comunità ebraica di Ferrara e la Casa dei catecumeni sulla tassa
retroattiva per il periodo napoleonico, riprendendo carte e approfondendo tematiche
già affrontate in precedenza. La Comunità ebraica di Ferrara era costretta a pagare
tasse a favore delle Case dei catecumeni di Roma e di Ferrara ma, sotto la dominazio-
ne francese, ha smesso di versare questi tributi di cui, dopo la Restaurazione, le due
Case hanno ingiunto il versamento degli arretrati oltre alla ripresa della correspon-
sione: dalla trascrizione dei documenti e dalla loro analisi emerge non solo come,
durante il periodo napoleonico, la Comunità ebraica avesse preso coscienza dei diritti
acquisiti come cittadini ma anche che essa percepisse,
in nuce
, il problema dell’ugua-
glianza nella diversità. Con consequenzialità gli ebrei ferraresi hanno affermato di
essere cittadini e, in quanto tali, di comprendere la necessità – e quindi volere – la
corresponsione di tutte le imposizioni; hanno dichiarato di non avere nulla da obiet-
tare sulla Casa dei catecumeni – semplice
captatio benevolentiae
oppure coscienza di
non aver modo di incidere sull’esistenza di tale istituzione? –; hanno esposto di non
avere pagato quella tassa ma di essere stati assoggettati a diversi altri obblighi come
il servizio militare, durante il governo filo-francese; dimostrando pertanto di sentirsi
e di essere cittadini ferraresi di religione ebraica, non si sono limitati ad argomentare
l’uguaglianza
tout court
attraverso il solo pensiero ottocentesco ma sono andati oltre,
nella direzione di dissociarsi da quanto contrasta i valori dell’ebraismo, fermo restan-
do il principio di uguaglianza.
Nella stesura della relazione per il volume, Mauro Perani si è avvalso della col-
laborazione di Agnese Faccini: rispetto all’intervento al convegno, il testo si è perciò
arricchito della sezione specificamente riferita all’analisi delle lapidi cimiteriali di
Ferrara, presentando un saggio di valorizzazione delle steli funerarie, da quelle repe-
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