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Michele Luzzati
che conservò la duplice residenza a Lucignano (dove la famiglia ebbe banco almeno
fino al 1423) e, soprattutto, a Prato, dove è attestato, come titolare del banco locale,
nel 1421 e nel 1422. Nel 1419-1423 era socio principale del banco di Poppi e nel
1421 e nel 1427 era a capo del banco di Monte San Savino; nel 1420 era titolare del
banco di Pescia e nel 1423 e nel 1426 era socio del banco di Pisa.
Quanto a suo figlio Salomone, nato nel 1393 e marito di una sua prima cugina,
Rosa di Sabato di Salomone di Sabato da Terracina, nata nel 1398, affiancava il padre
fin dal 1419 (quando era detto residente a Lucignano) nel banco di Poppi, del quale
fu poi intestatario fino oltre il 1430. Nel 1420 era accanto al padre nel banco di Pe-
scia, nel 1421 nel banco di Monte San Savino, nel 1421 e 1422 nel banco di Prato e
nel 1423 e nel 1426, con il padre, nel banco di Pisa.
4
A conferma del ruolo che Buonaventura doveva avere fra gli ebrei residenti in
Toscana, e non solo, si può ricordare che egli fu uno dei tre fidecommissari nominati
nel suo testamento da Vitale di Matassia «de Synagoga», capostipite dei da Pisa,
venuto a morte fra 1422 e 1423.
5
In sostanza, Buonaventura di Salomone di Sabato da Terracina fin dalla fine del
secondo decennio del Quattrocento era fra i maggiori prestatori ebrei della Toscana
settentrionale e orientale (Pisa, Pescia, Prato, Poppi, Monte San Savino e Lucignano)
e, forse per questo, il suo sconfinamento al di là dell’Appennino a metà degli anni
Venti non è particolarmente sorprendente.
Questo sconfinamento venne già notato da Daniel Carpi, secondo il quale
«sull’attività feneratizia di Bonaventura da Prato, o da Terracina, nei banchi di Pra-
to, Bologna, Padova e Ferrara, tra il 1424 e il 1442, è dato rintracciare numerose
menzioni negli atti patavini dell’epoca». In uno di essi, del 4 gennaio 1426 si cita
un banco di Buonaventura di Salomone, qui detto da Prato, che si trovava forse a
Padova.
6
3. Dopo la concessione del 1427 ritroviamo Buonaventura nella veste di go-
vernatore del banco ebraico ferrarese della Ripa il 28 febbraio 1429, quando era
4
U
MBERTO
C
ASSUTO
,
Gli ebrei a Firenze nell’età del Rinascimento
, Tipografia Galletti e Coc-
ci, Firenze 1918 (ristampa anastatica Olschki, Firenze 1965), pp. 125-126. In particolare, per Pe-
scia: E
LISA
B
ECHELLI
,
I caratteri dell’insediamento ebraico a Pescia dalla fine del del XIV secolo
agli inizi del XV
, tesi di laurea, Facoltà di Lettere e Filosofia, Università di Pisa, a.a. 2004-2005,
relatore prof. Michele Luzzati, pp. 90, 100 e 148. Per Prato e Lucignano: M
ARISTELLA
B
OTTICINI
,
«New Evidence on Jews in Tuscany, ca. 1310-1435. The ‘Friends & Family’ Connection again»,
in
Zakhor. Rivista di storia degli ebrei d’Italia
, I (1997), p. 90 (si dà qui la notizia, erronea, che
Buonaventura venne a morte fra il 1424 e il 1428). Per Poppi e per il matrimonio di Salomone
di Buonaventura di Sabato con sua cugina Rosa di Sabato di Salomone: ASFi, NA, n. 20300, ser
Tommaso di Francesco, cc. 80v-82v (28 novembre 1419); sempre per Poppi:
Ibidem,
n. 20301, ser
Tommaso di Francesco, cc. 136v-137r (26 novembre 1423) e n. 20302,
Idem
, c. 220v (13 febbraio
1428) e cc. 323r-325v (1 dicembre 1429); per Monte San Savino: R
OBERTO
G. S
ALVADORI
-G
IORGIO
S
ACCHETTI
,
Presenze ebraiche nell’Aretino dal XIV al XX secolo,
Olschki, Firenze 1990, pp. 34 e
77-78. Per la nomina di Buonaventura e di suo figlio Salomone a soci del banco di Pisa nel 1423 e
nel 1426: ASFi, Capitoli, Appendice, n. 28, cc. 86r-99v. Per le date di nascita di Salomone di Buo-
naventura di Salomone da Terracina e di sua moglie Rosa: ASFi, Catasto
,
n. 289, c. 353r e ASPi,
Fiumi e Fossi
, n. 1566, c. 74r.
5
ASFi,
Riformagioni
, Atti Pubblici, 21 giugno 1424 (in stile pisano, dunque 1423).
6
D
ANIEL
C
ARPI
,
L’individuo e la collettività. Saggi di storia degli ebrei a Padova e nel Veneto
nell’età del Rinascimento
, Olschki, Firenze 2002, p. 210.
Ebrei a Ferrara 1.indd 28
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