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Michele Luzzati
Toscana fu invece suo figlio Salomone, che incorse però, nel 1441, in una multa
stratosferica (20.000 fiorini) per il mancato rispetto delle norme che regolavano le
attività feneratizie.
19
Le disavventure finanziarie del figlio Salomone e dei figli di quest’ultimo (Isac-
co poi convertitosi con il nome di Benedetto, Jacob, Salomone e Abramo) indussero
probabilmente Buonaventura ad accentuare il suo distacco dalla Toscana e il suo
impegno a Ferrara, dove, il primo aprile 1444, si vide confermare per dieci anni dal
marchese Leonello d’Este il diritto di gestire il banco della Ripa, o, meglio «super via
magna a Ripa»
20
e dove, l’ 8 luglio 1444, fu autorizzato ad acquisire denari a mutuo
da un ebreo vicentino.
21
Buonaventura è ancora ricordato a Ferrara in atti del 4 gennaio e del 21 ottobre
1445, relativi a proprietà e a locazioni di case nella contrada di San Paolo dove si
esercitava il banco,
22
ma risultava già morto il 7 maggio 1447.
23
In sostanza l’ebreo toscano Buonaventura di Salomone di Sabato da Terracina
fu per oltre un ventennio (1424 circa – 1446 circa) il titolare di uno dei tre banchi
di prestito ebraici di Ferrara. E ciò negli stessi anni nel corso dei quali tre suoi figli,
Salomone, Abramo e Sabato, continuarono ad essere impegnati in quella Toscana che
peraltro Buonaventura non aveva smesso di frequentare.
4. Contrariamente a quanto di solito accadeva, a staccarsi da quella che potrem-
mo definire la ‘casa madre’ delle attività economiche del nucleo familiare non furono
i membri più giovani, ma addirittura il capo-famiglia.
Si può ipotizzare che questa ‘emigrazione’ di Buonaventura di Salomone di Sa-
bato da Terracina sia stata determinata non soltanto da particolari strategie economi-
co-finanziarie, ma anche da ragioni di carattere strettamente privato.
Il 3 aprile del 1433 troviamo infatti menzionato a Ferrara un altro «da Terra-
cina»: si trattava del cassiere del banco in contrada di San Paolo (appunto il banco
della Ripa), che rispondeva al nome di Buonaventura, figlio a sua volta di un ser
Buonaventura da Terracina.
24
Anche se la ripetizione del nome del padre è abbastanza
insolita, tanto nel mon-
do ebraico, quanto nel mondo cristiano, per un figlio che non fosse postumo, tutto
lascia presumere che questo cassiere fosse figlio del titolare del banco, il nostro Buo-
naventura di Salomone di Sabato da Terracina.
Ne abbiamo conferma da un atto fiorentino del 2 febbraio 1436 dal quale risulta
che Buonaventura di Salomone da Terracina, abitante a Ferrara, procedeva all’eman-
cipazione di Buonaventura, definito prestatore e medico, che era suo figlio legittimo
e naturale.
25
Ciò nonostante il testamento, redatto a Ferrara il 27 settembre 1443, nella con-
trada di San Paolo e nella casa di Buonaventura di Salomone, da questo stesso Buo-
naventura di Buonaventura, ci riserva una sorpresa.
19
Ibidem
, pp. 55 e 60-64.
20
A. F
RANCESCHINI
,
op. cit.
, n. 457, pp. 167-168.
21
Ibidem
, n. 457bis, p. 168.
22
Ibidem,
n. 460, p. 169 e n. 468, p. 172.
23
Ibidem,
n. 483, pp. 176-177.
24
Ibidem,
n. 394, pp. 144-145.
25
E. Z
ETLAND
B
ORGOLOTTO
,
op. cit.,
p. 317.
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