Introduzione agli ATTI
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ze. E a Ferrara gli ebrei sono stati una minoranza di volta in volta controllata, inquisita,
accettata, invitata, tassata e sovratassata, segregata, liberata, nuovamente segregata, nuo-
vamente liberata, emarginata, espropriata, deportata,… dimenticata: il lungo silenzio che
ha seguito la fine della seconda guerra mondiale si è trasformato in modo lento e faticoso
nella volontà di ricostruire la storia e la cultura degli ebrei a Ferrara e di Ferrara.
Tale nesso disegna la struttura del convegno e, di conseguenza, costituisce l’in-
telaiatura degli ATTI: dagli interventi e dalle relazioni traspare una realtà ebraica
ferrarese che presenta peculiarità che, talora, si configurano come unicità e, talaltra,
sono comuni ad altri contesti. Dotata di grande forza e proposta secondo molteplici
sfaccettature, è una realtà intorno alla quale rimangono aperti ancora molti interro-
gativi e l’occasione di poterne discutere a Ferrara, di poter reagire agli interventi dei
relatori e interagire con essi, ha costituito un’occasione di ben maggior spessore della
semplice raccolta in un volume miscellaneo delle trattazioni su una vicenda familia-
re, su un
network
economico, su un documento inedito, su una tensione culturale e
religiosa. Nel volume, le relazioni sono alternate alla trascrizione dei dibattiti come
si sono susseguiti durante il convegno: si tratta di interventi che a volte hanno avuto
spiccata natura interlocutoria mentre, in alcuni casi, hanno avuto specifico intento di
presentare teorie o fatti, a integrazione oppure a confutazione delle relazioni. Pur-
troppo, dalla registrazione sono rimasti esclusi gli apporti di quanti non hanno fatto
uso del microfono e le cui parole non sono percepibili all’ascolto: si perdono quindi
comunicazioni molto significative come quelle di Germano Salvatorelli e Loretta
Vancini. In particolare quest’ultima, come Direttore dell’Archivio di Stato di Ferrara,
è intervenuta per puntualizzare la presenza di un fondo archivistico afferente all’at-
tività dello studio professionale di Leone e Felice di Leone Ravenna, nell’Istituto
ferrarese. Nella stesura delle relazioni qualche studioso si è attenuto alle posizioni
presentate durante il proprio contributo al convegno, mentre altri hanno dimostrato
di aver preso atto degli interventi e dei suggerimenti offerti durante le discussioni.
Fra gli aspetti che sono stati puntualizzati meritano di essere ricordati il recupero e
la rilettura degli scritti elaborati negli anni passati, in quanto da reinterpretare e ri-
valutare alla luce delle conoscenze acquisite e delle prospettive di analisi sviluppate
nell’ultimo periodo, a cui si dovrebbe aggiungere la necessità d’integrazione fra fonti
locali e decentrate – nella fattispecie a Roma e in Portogallo –: l’analisi delle une si
completa nelle altre, esplicitandole.
Ha aperto il convegno Silvia Superbi
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: con il consueto garbo nel porgere discor-
si rigorosamente condotti sul filo della logica e della documentazione archivistica, la
storica ha tratteggiato alcune delle tematiche che emergono nel rapporto fra inquisito-
ri ed ebrei in epoca basso medievale. Si tratta di una relazione che risulta ovviamente
sbilanciata a favore dei primi, che erano insieme produttori e utilizzatori dell’artico-
lato programma di indagine e di processo. Inquisitori ed ebrei hanno intrecciato rap-
porti a diversi gradi di conflittualità, modulati anche – a volte soprattutto – sui profili
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Per esigenze professionali pressanti, purtroppo Silvia Superbi non ha potuto consegnare la
stesura della sua relazione nei tempi utili alla pubblicazione del volume e, in accordo con la storica,
si è preferito non inserire nel testo la trascrizione ricavata dalla registrazione audio del contributo
reso al convegno perché sarebbe risultata impoverita in quanto priva dell’apparato di note -biblio-
grafia, approfondimenti e segnature archivistiche- indispensabile in tale trattazione. Per l’origina-
lità della rilettura delle vicende trattate si auspica che il contenuto dell’intervento presentato il 3
ottobre 2013 potrà vedere la luce in altro momento e in altra sede.
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