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Riccardo Calimani
ebrei e ha tracciato il profilo di Amato Lusitano e Jacob Zahalon, vissuti in città a
cavallo del Cinquecento e del Seicento.
Luca Baraldi si è occupato di Mordekhay Dato, scrittore e studioso della Torà e
del Talmud.
Luciano Meir Caro ha colto la vivacità dei fermenti cabalistici nella Ferrara di
Isacco Lampronti
Laura Graziani Secchieri, prendendo in considerazione il censimento del ghetto
di Ferrara del 1692, ha disegnato uno scenario accurato, una radiografia di rara com-
petenza del quartiere ebraico e della sua popolazione.
Andrea Faoro ha studiato l’attività della Casa dei catecumeni di Ferrara, una
minaccia perenne per i numerosi marrani che vivevano in città.
Andrea Yaakov Lattes, invece, ha focalizzato la sua attenzione sulla vertenza
economica tra la comunità di Ferrara e la Casa dei catecumeni sulle tasse dovute nel
periodo napoleonico.
Agnese Faccini e Mauro Perani hanno concentrato la loro attenzione sugli epi-
taffi dei cimiteri a Ferrara, eloquenti testimonianze del passato.
Keoma Ambrogio, con una balzo, ci ha trasportati nei tempi moderni: al contri-
buto di Ciro Contini nel panorama dell’urbanistica cittadina dei primi del Novecento.
Lucio Scardino ha scelto come oggetto di indagine Arrigo Minerbi, uno scultore
ferrarese che ebbe successi e riconoscimenti.
Laura Brazzo ha sottolineato l’importanza di Ferrara come crocevia dell’ebrai-
smo italiano nell’età liberale.
Antonella Guarnieri ha gettato un fascio di intensa luce sulla esemplare figura di
Matilde Bassani e il suo impegno nella Resistenza.
Come si può leggere in queste pagine è emerso un ritratto di grande suggestione:
protagonista è stata Ferrara.
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