Ebrei a Ferrara. Ebrei di Ferrara. Aspetti culturali, economici e sociali della presenza ebraica a Ferrara (secc. XIII-XX) - page 7

R
ICCARDO
C
ALIMANI
Presentazione
La storia degli ebrei a Ferrara merita grande attenzione perché si propone come
uno dei capitoli più interessanti e ricchi della più ampia storia degli ebrei di Italia.
Anche in questo caso, come in altri casi simili nella Penisola, è possibile cogliere
luci e ombre, contraddizioni e difficoltà.
Quello che colpisce su ogni altra considerazione, tuttavia, è la grande influenza
economica, sociale, culturale esercitata da un piccolo gruppo di individui che, ben
più che in altri luoghi del nostro Paese, godettero di una discreta libertà e di condi-
zioni ragionevolmente favorevoli fino a quando quelle terre furono sotto il dominio
degli Estensi.
Poi, quando i papi si appropriarono nel XVII secolo di questo dominio, la situa-
zione cambiò e cominciò una lenta decadenza del gruppo ebraico.
Nel 1627 anche nella città estense fu istituito, per volontà della Santa Sede, il
ghetto, che divenne un vasto e attivo quartiere nel centro della città, sottoposto ai
consueti limiti del ghetti italiani già presenti dal 1516 a Venezia, dal 1555 a Roma.
Di questa storia straordinaria, gli ATTI del convegno internazionale
EBREI A
FERRARA EBREI DI FERRARA. Aspetti culturali economici, sociali della presenza
ebraica a Ferrara (secc. XIII-XX)
, tenutosi nel Salone d’onore del Museo di Casa
Romei, organizzato dal Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah, in
collaborazione con l’Archivio di Stato di Ferrara, offrono una rigorosa e affascinante
testimonianza.
Le relazioni dei nostri autorevoli studiosi nel corso dei due giorni dei lavori han-
no illuminato temi storici, economici, culturali cruciali.
Silvia Superbi ha posto l’accento sulle insistite ‘azioni’ che l’ufficio inquisitoria-
le ha riservato agli ebrei ferraresi in epoca medievale.
Michele Luzzati, che si è occupato del prestito ebraico, ha messo in luce che alla
base di questo fenomeno vi era una rete di rapporti familiari che si associavano a una
forte mobilità dei protagonisti.
Elisabetta Traniello ha messo in evidenza che i prestatori erano sparsi in un am-
pio territorio, al confine tra Stati diversi, e che la loro forza fu l’interconnessione
delle loro aziende.
Susana Bastos Mateus ha studiato il contributo dei nuovi cristiani portoghesi a
contatto con la realtà dinamica di Ferrara.
Francesca Mattei si è misurata con un tema affascinante: il rapporto tra l’ar-
chitettura della città nel Cinquecento e l’influenza della cultura ebraica, scoprendo
scenari mirabili e insospettabili per il profano.
Stefano Arieti non ha dimenticato l’importanza veramente singolare dei medici
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