Ebrei a Ferrara. Ebrei di Ferrara. Aspetti culturali, economici e sociali della presenza ebraica a Ferrara (secc. XIII-XX) - page 307

Ferrara, crocevia dell'ebraismo italiano. Le carte del Fondo Leone e Felice Ravenna
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soché quotidianamente informazioni sull’attività ordinaria dell’Unione dai segretari,
prima Guido De Angelis e poi dal 1933 Dante Lattes. In quel periodo Ravenna, os-
serva Simonetta Della Seta, si sobbarcò «il compito non facile di equilibrare le più
diverse tendenze espresse in quegli anni dall’ebraismo italiano, di far quadrare conti
molti ristretti e allo stesso tempo di confrontarsi con uno stato fascista sempre più
antiebraico».
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Ferrara però, nonostante l’incarico di primo piano di Felice Ravenna, non era
più al centro delle decisioni, era diventata anche per l’ebraismo italiano una città di
periferia, che semmai si distingueva dalle altre per avere un podestà ebreo, Renzo
Ravenna.
La scelta di Felice Ravenna di restare nella città della famiglia, dei natali, a que-
sto punto denota anche la distanza che egli evidentemente percepiva nei confronti di
un mondo che non era più il proprio. La lotta contro di esso, come ricorda la figlia
Gabriella lo portò allo sfinimento: «So che sofferse quando nel 1935 dovette accon-
sentire che entrassero nel Consiglio dell’Unione delle Comunità i rappresentanti del-
la rivista stessa [
La Nostra Bandiera
]; solo che mentre affioravano la vita e la miseria
morale egli consumò quanto gli restava di vita per cerca di salvare la coscienza e la
fierezza ebraiche. Il lavoro eccessivo, le responsabilità, i dolori, minarono la forte
fibra del mio papà».
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Ravenna morì nel marzo del 1937, «e tutte le saracinesche dei
negozi di viaMazzini – l’antico ghetto di Ferrara – si abbassarono un segno di lutto».
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Il Fondo Leone e Felice Ravenna
Le carte di Leone e Felice Ravenna sono state donate al Centro di Documenta-
zione Ebraica Contemporanea di Milano da Anna Marcella Falco Tedeschi, nipote di
Felice Ravenna. Una prima consistente parte fu versata verso la fine del 1983; una
seconda parte, composta dalle carte di Felice Ravenna concernenti le attività della
Federazione Sionistica italiana fra il 1903 e il 1911, fu versata nel 1985.
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Depositate nella cantina della casa dei Ravenna, in via Voltapaletto a Ferrara, le
carte di Leone e Felice vennero consegnate al CDEC, così come erano state trovate,
ovvero come un unico complesso documentario, senza indicazioni precise sui due
diversi soggetti produttori.
Sul finire degli anni ’80, un primo intervento di riordinamento portò ad una di-
stinzione sommaria fra le carte di Leone Ravenna e quelle del figlio Felice, e ad altri
cinque raggruppamenti su base tematica.
Il complesso archivistico risultò perciò suddiviso in:
– Carte personali di Leone Ravenna;
– Carte personali di Felice Ravenna;
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S. D
ELLA
S
ETA
,
op. cit
., p. LXXVII.
37
G. F
ALCO
R
AVENNA
,
op. cit.
, p. 415.
38
I
VI
.
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Quest’ultimo gruppo di carte, su richiesta della stessa Annamarcella Falco Tedeschi, fu in-
viato in fotocopia al Central Zionist Archives di Gerusalemme (dove oggi hanno segnatura A353),
che oltre a queste, conserva un gruppo di 25 lettere che Felice Ravenna e Theodor Herzl si scam-
biarono fra il 1902 e il 1904 (“Herzl Archive”).
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