Ebrei a Ferrara. Ebrei di Ferrara. Aspetti culturali, economici e sociali della presenza ebraica a Ferrara (secc. XIII-XX) - page 305

Ferrara, crocevia dell'ebraismo italiano. Le carte del Fondo Leone e Felice Ravenna
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dell’Oriente e alla redenzione degli Ebrei tutti dell’Occidente da un asservimento mo-
rale che è più triste ancora della miseria
.
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Il sionismo organizzato, «istituzionale» come lo definisce anche Alberto Cava-
glion, nasce a Ferrara e a Ferrara manterrà il suo quartiere ufficiale lungo tutta la
presidenza Ravenna, dal 1901 al 1922.
Vedo in casa nostra un andirivieni continuo: papà che parte, papà che arriva, scrive
articoli, prepara discorsi […] riceve amici […] quanti ospiti sono passati per la nostra
modesta casa in quei primi anni del secolo! […]vedo ancora, oltre al fraterno amico e
compagno di ideali, Amedeo Donati di Modena, i suoi fratelli Benvenuto, Angelo, Fe-
derico; vedo l’avvocato Angelo Sullam […], l’avvocato Roberto Ascoli, il traduttore
di Shelley, l’avvocato Enea Vigevani, il prof. Bernardo Dessau, l’avv. Klee di Berlino,
e un po’ più tardi, il pittore Hermann Struck e lo scrittore Samy Gronemann […
].
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Nel gennaio del 1904 Ferrara e Felice Ravenna ebbero l’onore di ospitare anche
Theodor Herzl. In viaggio verso Roma, per incontrare il Papa e il re Vittorio Emanue-
le III, Herzl si fermò a Ferrara per far visita «all’amico Ravenna».
A casa sua ebbe luogo un banchetto come quello presso il Levita”. Cioè le camere
erano italianamente nude e fredde, ma i cuori erano caldi. Vennero i sionisti (la dele-
gazione) di Ferrara e il padre di Ravenna da Bologna e Donati [Amedeo] da Modena.
L’atmosfera mi ricordò un poco Wilna
.
31
Felice Ravenna, negli anni della sua presidenza della Federazione, dovette far
fronte agli attacchi diretti e indiretti di chi coglieva nell’adesione al sionismo un
motivo di dubbia fedeltà alla patria degli ebrei sionisti (e talvolta non solo di essi).
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L’accusa di «doppia fedeltà» fu sollevata dal senatore Carlo Francesco Gabba nel
lungo articolo pubblicato del 1905 sulla Rassegna Nazionale,
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alla quale rispose
ardentemente proprio Felice Ravenna; ma ritornò con maggiore forza e diffusione
al momento dello scoppio della guerra italo-turca. Le relazioni che l’Organizzazio-
ne sionista aveva intessuto con i turchi per la concessione di territori in Palestina,
l’amicizia ricercata dai sionisti presso i turchi erano motivi sufficienti, negli ambienti
nazionalisti italiani, per dubitare della fedeltà e del patriottismo dei sionisti. Tali at-
tacchi contribuirono prima alla chiusura dell’
Idea Sionista,
nel 1910, e un anno dopo
alla sospensione delle attività della Federazione.
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29
F
ELICE
R
AVENNA
, «Il sionismo in Italia», in
L’idea Sionista
, a. I, n. 1, gennaio 1901, pp. 3-4.
30
G. F
ALCO
R
AVENNA
,
op. cit
., p. 411.
31
«Pagine scelte dai diari di Teodoro Herzl». Prefazione e note a cura di Dante Lattes, Roma,
in
La Rassegna mensile di Israel
, 1958, pp. 300-301.
32
Scrive Alberto Cavaglion: «Il 1905 segnerà l’inizio di un declino […] e il parallelo sorgere
in Italia di un sempre più influente movimento nazionalista, la cui aggressività volentieri si co-
loriva di temi antisemiti, dove il dilemma sionista veniva evocato come prova cogente della non
affidabilità degli ebrei». A
LBERTO
C
AVAGLION
,
Tendenze nazionali e albori sionistici
, in
Gli ebrei in
Italia
. Tomo II, cit., p. 1317
33
F
RANCESCO
C
ARLO
G
ABBA
, «Un appello agli israeliti italiani a proposito del Sionnismo»,
estratto da
La Rassegna Italiana
, 1 ottobre 1905.
34
In una circolare della Federazione Sionistica Italiana, del marzo 1912, Felice Ravenna scri-
veva: «Egregio collega, non le sono ignoti i motivi che ci hanno indotto a sospendere il Convegno
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