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Laura Brazzo
Fu forse in quegli anni che Ferrara cominciò a perdere quel ruolo di centro e sno-
do che aveva avuto fino allora, ma soprattutto quando negli anni della Prima Guerra
Mondiale e in quelli immediatamente successivi all’interno della Federazione Sio-
nista, il gruppo dei fiorentini – Alfonso Pacifici, Carlo Alberto Viterbo, Aldo Sorani,
insieme anche a Dante Lattes – cominciò a prendere piede.
Quando tra il settembre e l’ottobre del 1918 la Federazione Sionistica Italiana
riprese le attività
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ancora sotto la presidenza Ravenna, il clima e il contesto politico
internazionale erano ormai completamente cambiati: la liberazione della Palestina
dal dominio turco e la Dichiarazione Balfour avevano dato nuova linfa e speranze
al sionismo, ma avevano anche creato una profonda spaccatura all’interno della Fe-
derazione Sionistica Italiana. Se la dirigenza rimaneva nelle mani di Felice Ravenna
e di coloro che per quasi due decenni avevano sostenuto il sionismo laico e politico
herzliano, alla base, il gruppo dei giovani sionisti fiorentini avanzava con forza l’idea
di un sionismo integrale, che aveva nel recupero della tradizione ebraica uno dei suoi
elementi fondanti e di maggior distacco e contrapposizione con la vecchia classe
dirigente. Proprio questa distanza provocò una irrimediabile spaccatura all’interno
della Federazione che nel 1922 portò alle definitive dimissioni di Felice Ravenna.
«Ritengo più conveniente per me e più utile per gli altri del mio gruppo restare in
disparte» scrisse Ravenna in una lettera ad Angelo Sereni in occasione della visita in
Italia di Chaim Weizmann nell’aprile del 1922.
Il baricentro del sionismo in Italia si spostava così definitivamente da Ferrara
(ma anche da Modena e Venezia) a Firenze che già con la nascita della rivista
Israel
,
sul finire del 1915, si era conquistata un ruolo di primo piano nella diffusione degli
ideali sionisti, ben più de
L’Idea Sionista
.
Lasciata la direzione della Federazione Sionista, Felice Ravenna si ritirò a Ferra-
ra, «per dedicarsi a cose più vicine, per ritrovare pace ed equilibrio», scrive Simonet-
ta della Seta. «Ma per un uomo appassionato ed instancabile, ciò durò naturalmente
poco» e nel 1923 Ravenna si assunse la carica di vicepresidente del Comitato delle
Comunità, che era già stata del padre, mantenendola fino al 1930 quando, in seguito
alla Legge Falco divenne prima Commissario Governativo e in seguito, dal 1933,
primo presidente dell’Unione delle Comunità Israelitiche Italiane. Ravenna svolse
la sua funzione di presidente dell’Unione rimanendo a Ferrara dove riceveva pres-
italiano che doveva tenersi nel dicembre scorso a Milano. La guerra italo-turca consigliava e con-
siglia tuttora a tralasciare quelle manifestazioni sionistiche che avrebbero potuto da chi giudica
superficialmente -e non sono pochi- sembrare una prova di tepido patriottismo italiano: in questo
momento in cui tutte le energie, tutti i pensieri si volgono là dove si combatte una guerra per la
grandezza politica d’Italia un Congresso israelitico e specialmente sionistico non sarebbe stato
opportuno avrebbe nuociuto più che giovato all’ideale nostro, nuociuto più che giovato al rin-
novamento israelitico che è il fondamento del nostro programma. Per le stesse ragioni abbiamo
creduto doveroso ritardare un ciclo di conferenze di propaganda per le quali ci eravamo accordati
col valoroso e dotto rabbino Armando Sorani di Firenze.
Questo periodo di raccoglimento che trovò consenso tra molti nostri amici non deve condurre
alla fine dei gruppi italiani che rappresentano anche nella modesta loro attività il risultato del la-
voro di quasi tredici anni, le sentinelle avanzate delle nostre idee: in questo periodo dovrebbero i
Gruppi svolgere la loro attività quali circoli di coltura quali manifestazioni dell’intellettualità isra-
elitica fino a che le condizioni politiche d’Italia ci consentano la ripresa della nostra propaganda».
ACDEC,
Fondo A. Sullam
, b. 5, fasc. 45, F. R
AVENNA
, Circolare della FSI, n. 5, 31 marzo 1912.
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ACDEC,
Fondo Leone e Felice Ravenna
, b. 4, f. 34, Rapporto Federazione Sionistica Ita-
liana, 25 settembre 1918.
Ebrei a Ferrara 3.indd 306
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