Ebrei a Ferrara. Ebrei di Ferrara. Aspetti culturali, economici e sociali della presenza ebraica a Ferrara (secc. XIII-XX) - page 302

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Laura Brazzo
parte del mondo ebraico extra-cittadino, dei cui caratteri e problemi era a conoscenza
soprattutto grazie alle sue letture
14
, a cominciare da quelle dell’
Educatore Israelita
di Vercelli,
15
sempre ricco di informazioni su quanto accadeva fuori dei confini del
Regno Sabaudo.
Questo ‘avvicinamento’ o, meglio, riunificazione al popolo ebraico, dentro e
fuori i confini del Regno d’Italia, avvenne per Leone Ravenna attraverso una serie
di iniziative che ebbero due direzioni principali: l’interesse e l’impegno fattivo per
i correligionari oppressi, da un lato; dall’altro, l’idea della costituzione di un organo
unitario e centrale rappresentativo dell’ebraismo italiano.
16
In questo senso va letta la creazione a Ferrara nel 1861, per impulso di Leo-
ne Ravenna e del rabbino Isacco Levi, del primo Comitato regionale dell’
Alliance
Israelite Universelle
17
e, quasi contemporaneamente, il sostegno e la partecipazione
di Leone Ravenna all’organizzazione di un’adunanza delle comunità ebraiche del
Regno d’Italia.
18
L’adesione all’
Alliance
– con tutto ciò che esso rappresentò anche dal punto di
vista del coordinamento delle comunità italiane –
19
diede all’impegno ebraico di
14
Su questo argomento si noti che, insieme alle carte che costituiscono il
Fondo Ravenna
,
fu donato al CDEC anche un ampio fondo librario che fa parte oggi della Biblioteca dell’istituto.
Catalogo dei libri del Fondo Leone e Felice Ravenna,
a cura di M. Chamla, CDEC, Milano, di-
cembre 1988.
15
Leone Ravenna divenne presto anche un collaboratore dell’
Educatore
. Gabriella Falco Ra-
venna ricorda che il nonno Leone scrisse il suo primo articolo per questa rivista nel 1856, e che
per inviarlo a Vercelli «lo fece impostare in territorio austriaco, al di là dei confini dello Stato
Pontificio». G. F
ALCO
R
AVENNA
,
op. cit
., p. 408. Dal 1860 Leone Ravenna cominciò anche una
lunga collaborazione con la rivista francese
Archive Israelités
per la quale fu per quasi sessant’anni
corrispondente dall’Italia.
Ivi.
16
Si noti come Ravenna già nel 1860 avesse sottolineato l’opportunità di un istituto unitario e
centrale dell’ebraismo italiano. Tullia Catalan, a questo proposito, scrive: «Già nel 1860 il giovane
avvocato ferrarese Leone Ravenna aveva sollecitato la fondazione di un’istituzione rappresentati-
va dell’ebraismo italiano spinto dalla consapevolezza che l’ostilità verso gli ebrei non era cessata
nonostante il favorevole atteggiamento dello stato liberale […]. Per Leone Ravenna la creazione di
un ente centrale ebraico avrebbe contributo ad avviare anche nel campo istituzionale un processo di
rigenerazione, in grado di rafforzare anche l’immagine pubblica degli ebrei, che secondo i canoni
dell’epoca doveva essere contraddistinta da decoro e dignità». T
ULLIA
C
ATALAN
,
L’organizzazione
delle Comunità ebraiche italiane dall’Unità alla Prima guerra mondiale
, in
Gli ebrei in Italia
.
Tomo II:
Dall’emancipazione ad oggi
, a cura di C. Vivanti, Einaudi, Torino 1997, p. 1245-1290;
1246.
17
«Dietro istruzioni pervenute all’Ecc.mo sig.r R.M. Isacco Ascoli ed al sottoscritto da parte
del Comitato centrale dell’Alleanza Israelitica Universale, si convocarono i soci Ferraresi per la
formazione di un Comitato figliale che estenderà la sua azione su tutta l’Emilia, e possibilmente
anche sul Veneto e che corrisponderà per le cose ordinarie col Comitato dalla SS.LL. formato
a Vercelli, e per le straordinarie con quello di Parigi». L
EONE
R
AVENNA
, «Alliance Israèlite», in
L’Educatore Israelita,
1861, pp. 84-85.
18
Per l’iniziativa lanciata a partire dal 1862 dall’
Educatore
Israelita
insieme alla Comunità
di Ancona. Sul Congresso e le varie fasi della sua organizzazione, in particolare: Y
OSEPH
C
OLOMBO
,
«Il Congresso di Ferrara del 1863 (con una lettera inedita di Elia Benamozegh)», in
Rassegna Men-
sile di Israel
, terza serie, vol. 36, n. 7/9, “Scritti in memoria di Attilio Milano” (Luglio – Settembre,
1970), pp. 75-108.
19
Tullia Catalan sottolinea come l’adesione all’
Alliance
da parte di alcune comunità ebraiche
italiane – Ferrara, e poi Livorno, Padova – costituì inizialmente «l’unica occasione di contatto uf-
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