MEIS: architetture per un museo - page 28-29

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Perché improvvisamente un
Memoriale della Shoah in Italia? E,
soprattutto, perché a Ferrara? Le
risposte che venivano date sia agli
organi di stampa che al mondo
ebraico vertevano quasi tutte
attorno all’idea dell’importanza
storica della presenza ebraica in
alcune città italiane e in partico-
lare a Ferrara. Una presenza seco-
lare, foriera di grandi contributi
culturali e sociali, dal famoso
invito di Ercole d’Este agli ebrei in
fuga dal Portogallo e dalla Spa-
gna, fino alle opere di Bassani.
Ma la legge istitutiva del 2003
(approvata da tutti i gruppi parla-
mentari all’unanimità) parlava
ancora unicamente di Museo
Nazionale della Shoah e lasciava
intatti gli interrogativi e le perples-
sità iniziali. È stato grazie alla colla-
borazione tra il Comune di Ferrara
e l’Unione delle Comunità Ebrai-
che Italiane che si è iniziato a riem-
pire di contenuti più ricchi quel
progetto originario. Anche per
rispondere al fatto che la città di
Roma, indipendentemente dalla
legge, aveva deciso la costruzione
di un proprio Museo della depor-
tazione e della Shoah a Villa Torlo-
nia, in diretta e oggettiva concor-
renza con il Museo di Ferrara.
Assieme all’Ucei, al Ministro dei
Beni Culturali e a parlamentari
attenti a questa problematica deli-
cata si è iniziato allora a pensare
alla modifica per legge del nome e
delle finalità del Museo di Ferrara,
mantenendo comunque la prero-
gativa di museo nazionale e le
risorse importanti destinate alla
sua realizzazione.
MEIS: new beginnings
The idea of building a Jewish
museum in Ferrara goes back at
least ten years ago. This might
seem like a long time to those who
don’t have firsthand experience of
the tormented process of public
works in Italy. As it happened, after
an initial period of defining and
getting the project underway,
things took off like a rocket and
many difficulties were quickly
overcome.
As you will remember, the initial
idea was to build a National
Holocaust Museum in Ferrara. It
was not to be a museum so much
as a memorial: an enduring
monument in memory of a dark
tragic period in the history of
Europe, a due tribute in
permanent memory of the victims.
It seems incredible, but this idea
came about without even
consulting the Jewish Italian
community who initially looked
upon
the
project
with
understandable skepticism.
Why, all of a sudden, a Holocaust
museum in Italy? And most of all,
why in Ferrara? The answer that
was given to the press and to the
entire Jewish world was focused
on the historical importance of the
Jewish presence in some Italian
cities, and in Ferrara in particular.
This is a centuries-old presence,
resulting in great cultural and
social contributions, which began
with the Jews fleeing Portugal and
Spain who were famously invited
here by Ercole d’Este right up to
Bassani’s works.
But the law founding the museum
that was passed in 2003 (and
unanimously approved by all
parliamentary parties) described
only a National Holocaust
Museum, without addressing
initial concerns and questions. It
was thanks to the cooperative
efforts of the Comune di Ferrara
and the Union of Jewish Italian
Communities (UCEI) that it was
thought to broaden the scope of
the original concept. They also
addressed the fact that the city of
Rome, irrespective of the 2003 law,
decided to establish their own
Museum of Deportation and the
Holocaust at Villa Torlonia, in direct
competition with the Museum in
Ferrara.
Together with the UCEI, the
Ministry of Cultural Heritage and
Activities (MiBAC) and members of
Parliament attentive to this delicate
issue, the suggestion was mooted
to change by law the name and
scope of the museum in Ferrara,
while yet keeping the prerogative
of national museum and the
important resources intended for
its creation.
At the same time, the city of
Ferrara, together with MiBAC and
the Agenzia nazionale del
Demanio
(the
government
department responsible for state
owned property), identified as a
site for the MEIS an historical
building (the former city jail),
which would be completely
transformed into the seat of the
Museum, thereby also creating a
new and unique entrance to the
historical city centre. This decision
G
AETANO
S
ATERIALE
L’idea di costruire a Ferrara un
museo dell’ebraismo ha ormai
dieci anni. Può sembrare un pe-
riodo di tempo lungo a chi non
conosce da vicino l’iter tormentato
delle opere pubbliche in Italia. In
realtà, dopo un momento iniziale
di definizione e messa a punto del
progetto, si sono bruciate in fretta
molte tappe e vinte molte sfide.
Come si ricorderà, l’idea iniziale era
di costruire a Ferrara il Museo
Nazionale della Shoah. Neppure
necessariamente un museo, quan-
to forse un memoriale. Un monu-
mento a perenne ricordo di quella
pagina tragica e buia della storia
europea, un dovuto omaggio a
permanente ricordo delle vittime.
Sembra incredibile, ma quell’idea
nacque senza aver nemmeno con-
sultato la Comunità ebraica italiana
che guardò subito al progetto con
comprensibile scetticismo.
Una nuova stagione
per il MEIS
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