47
reported in the local newspaper:
“The large establishment rises, as
will have been noted, partially on
the site of the Orti della Grotta
(market gardens in the Grotta
area). You enter from via
Piangipane through a solid but
elegant gate set between two
small buildings, their severe yet
graceful facades harmoniously
blending in with the truly masterly
block that is the Jail, one is
allocated for the picket guard; the
other for the Custodian’s
residence. A sufficiently spacious
small courtyard is between these
two buildings and the large
building principally destined as
offices, connected to the first by
two walls that enclose the
aforementioned courtyard on the
shorter sides. The façade and sides
of this building leave an agreeable
impression on the observer who
takes note of the precision of the
decorative lines, the well-
proportioned
streamlined
mouldings of the doors and
windows, of the gauge of the
ironwork and the paint colours
chosen.” (“The new jail in Ferrara.”
Gazzetta Ferrarese
, LXV, Janurary
19
th
1912.) The additional floor
was added to the front building
with the creation of lodgings for
the Director and Marshall, and was
probably done between 1930 and
1939; the enlargement and raising
of the building was done
reproducing the same architectural
and decorative characteristics
(mouldings, pilasters, eaves) of the
pre-existing buildings.
In 1944, the building was
administration for this area of the
city have been received focusing
on the improvement and
development of the areas around
the walls. Therefore it was decided
to relocate the main entrance to
the museum to via Rampari di San
Paolo.
For this, the need to provide
reception services for the museum
and a proper distribution of the
flow of visitors inside the building
suggested the need to create a
new entrance building between
the boundary walls and the cell
walls (7.3.1)
While the scientific content of the
museum and their organization
were addressed by the appropriate
documents, the DIP calls for the
creation of other key supporting
areas such as a bar and a
restaurant (which must be kosher),
a multi-function room and spaces
for workshops, storage and
workshops.
The DIP also sets out the technical
specifications, measurements and
performance requirements for the
new building to which the
designers must adhere.
CB
Technical appendices, tools for
knowledge and planning
By making available the main
document and its appendices, the
client has given the participants
the technical specifications upon
which to build and control the
design process. The following is a
brief account of some of the main
issues, while a separate section will
present information relating to the
entrance building that will hold
the offices of the Foundation and
the urban planning for the area.
All the documents relating to
the announcement of the
competition are available on:
Historical report
Using designs by the architectural
engineers, Bertotti and Facchini
from the Office of Civil
Engineering, work began on the
jail in 1908, and was completed in
1912, under the direction of the
engineers, Ponti and Fabbri. The
project was composed of two
buildings connected by a covered
central passageway linking the two
courtyards and a concrete
staircase. The complex is
surrounded by a double row of
brick boundary walls with
watchtowers at the corners.
The building housing the cells is
divided into two blocks, one
containing the women’s cell block,
the sick bay and service areas, and
the other containing the men’s cell
block, with cells on two levels
looking out over a single corridor-
room with the catwalk running
along the upper level.
Originally the building on via
Piangipane was composed of two
small buildings of one storey each,
arranged along the sides of the
main gate that brought you in to
the first courtyard and the back of
the jail complex. One of these
buildings was the gatehouse; the
other held the custodian’s
residence and various utilities.
The opening of the jail was
46
gramma, ne ha stimolato la rifles-
sione per ottenere una sintesi che
fosse utile guida alla progetta-
zione.
L’analisi storico-tipologica degli edi-
fici ha portato ad individuare nel
blocco delle celle maschili (C) un
elemento qualificante l’intera strut-
tura e ad imporne il restauro. La
palazzina di accesso su via Piangi-
pane, che costituisce l’immagine
consolidata dell’ex carcere verso la
città, è stata esclusa dal bando. Tra i
padiglioni che compongono il com-
plesso, il corpo intermedio (B), che
ospitava uffici, infermeria e celle
femminili, è stato ritenuto il più
debole architettonicamente e,
quindi, meno significativo. Questa
riflessione, accanto alla consapevo-
lezza che il nuovo museo difficil-
mente avrebbe potuto adattarsi alle
caratteristiche distributive e dimen-
sionali di questo edificio ha spinto a
ipotizzarne anche una profonda
trasformazione o sostituzione.
D’altro canto, invece, sono stati
recepiti in pieno i progetti in corso
dell’amministrazione comunale
per questa zona della città, che
prevedono la valorizzazione e lo
sviluppo dei percorsi intorno alle
mura e quindi l’ingresso al museo
è stato individuato proprio dai
Rampari di San Paolo.
In questa parte dell’area la neces-
sità di garantire i servizi di acco-
glienza al museo e una corretta
distribuzione dei flussi di visitatori
all’interno dell’edificio ha sugge-
rito, inoltre, di offrire la possibilità
di introdurre un nuovo corpo di
accesso tra il muro di cinta e
quello delle celle (7.3.1).
Se da un lato vengono demandate
all’apposito documento le indica-
zioni in merito ai contenuti scienti-
fici del museo e alla loro organiz-
zazione, il DIP richiede la realizza-
zione di alcune importanti strut-
ture accessorie come il bar e il
ristorante, che potrebbe dovere
assolvere ai requisiti della Kashe-
rut, la sala polifunzionale e gli
spazi per la didattica, i depositi e
laboratori.
Il DIP fornisce quindi indicazioni
tecniche, dimensionali e prestazio-
nali per la nuova struttura cui i
progettisti si devono attenere.
CB
Gli allegati tecnici, strumenti per la
conoscenza e la progettazione
Insieme alle indicazioni del docu-
mento cardine degli allegati al
bando di concorso, costituito dal
DIP, la stazione appaltante ha for-
nito ai partecipanti le informazioni
tecniche in base alle quali
costruire e controllare il percorso
progettuale. Di seguito si da conto
sinteticamente di una parte degli
allegati, mentre, a parte, sono svi-
luppate le informazioni relative
alla palazzina d’ingresso, desti-
nata a diventare sede della Fonda-
zione e quelle indicanti le previ-
sioni urbanistiche dell’area.
Tutti i documenti del Bando di pro-
gettazione sono visibili in forma
integrale sul sito:
Relazione storica
Su progetto degli ingegneri Ber-
totti e Facchini dell’Ufficio del
Genio Civile, la costruzione del
carcere inizia nel 1908 e termina
nel 1912; i lavori sono diretti dagli
ingegneri Ponti e Fabbri.
Il progetto si compone di due
corpi di fabbrica collegati fra loro
da un passaggio centrale coperto
posto tra due corti ed una scala in
cemento. Il complesso è circon-
dato da due ordini di mura di cinta
in mattoni dotati di garitte agli
angoli.
Il corpo delle celle è suddiviso in
due blocchi, uno destinato alla
detenzione femminile, uffici infer-
merie e locali di servizio, il
secondo destinato alla detenzione
maschile, con celle su due piani
prospettanti su un’unica aula-cor-
ridoio mediante ballatoio.
In origine l’edificio su via Piangi-
pane era composto da due “fab-
brichette” ad un piano, disposte ai
lati di un cancello centrale che
portava al primo cortile di ingresso
ed ai retrostanti corpi del com-
plesso carcerario. Una delle fabbri-
chette era destinata al corpo di
guardia, l’altra era adibita ad abi-
tazione del custode e servizi vari.
Si legge nella cronaca locale al
momento dell’inaugurazione: «Il
grandioso stabilimento sorge,
come è noto, su parte degli Orti
della Grotta. Vi si accede da via
Piangipane per un solido ma ele-
gante cancello posto fra due fab-
brichette avancorpo dalle linee
severe e tuttavia graziose, piena-
mente armonizzanti con la massa
veramente maestosa costituente il
Carcere e destinate l’una pel pic-
chetto di guardia, l’altra per abita-
zione del Custode. Un cortiletto
sufficientemente spazioso sta fra
dette fabbrichette ed il grosso fab-
bricato precipuamente destinato
agli uffici, collegato alle prime da
due muretti che chiudono il detto
cortile sui lati minori. Il prospetto
ed i fianchi di questo fabbricato
lasciano gradevolmente impressio-
nato l’osservatore che tiene conto
dell’accuratezza delle linee deco-
rative, a svelte modanature delle
giuste proporzioni delle porte e
finestre dall’indovinata scelta delle
inferriate e delle tinteggiature
adottate» (in «Gazzetta Ferrarese»,
anno LXV, 19 gennaio 1912,
estratto della cronaca locale
Il
nuovo Carcere di Ferrara
).
La sopraelevazione dell’avancorpo
con la realizzazione degli alloggi
di Direttore e Maresciallo, avviene
in un periodo probabilmente com-
preso tra il 1930 ed il 1939; l’am-
pliamento e sopraelevazione del
fabbricato è stato eseguito ripren-
dendo le medesime caratteristiche
architettoniche e decorative
(modanature, lesene e cornicioni)
degli edifici già esistenti.
Nel 1944 l’edificio subisce danni a
seguito di un bombardamento e
negli anni 1945-1950 vengono
effettuati lavori di recupero e
ristrutturazione, mentre nei
decenni successivi si realizzano
ampliamenti per le cucine, i labo-
ratori e gli spazi destinati alle atti-
vità dei detenuti.
Fino al 1992, anno della dismis-
sione, si susseguono lavori di
manutenzione ordinaria che non
apportano modifiche sostanziali
alla veste acquisita dall’edificio alla
fine degli anni Settanta.
Pianta di Enrico Scanavini,
1912, particolare
Enrico Scanavini’s map, 1912,
detail